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Teramo

Nereto, via a Giorgio Almirante: la polemica prosegue. Anpi, Pd e M5S

Nereto. Prosegue la diatriba epistolare, a Nereto, sulla toponomastica cittadina. La nuova toponomaastica soprattutto in ordine alla via intitolata a Giorgio Almirante.

Durante la giornata, infatti, sono pervenute tre diverse repliche sul tema (dopo le considerazioni del sindaco Laurenzi). Quelle dell’Anpi Val Vibrata (che aveva sollevato il caso), dell’Anpi provinciale e del M5S.

La replica di Francesco Antonini (Anpi Val Vibrata). “E’ aberrante che un primo cittadino possa pensare di superare le contrapposizioni ideologiche ritenendo che possono essere messi sullo stesso piano il fascista e l’antifascista, ovvero ritenendo che chi ha dato la vita e speso le proprie energie e impegno ideali contro la dittatura fascista possa essere posto sullo stesso piano di chi, viceversa, ha esercitato ruoli significativi nell’ambito del deposto regime, inneggiando al razzismo, e poi, dopo essersi reso protagonista quale fucilatore di partigiani, ha organizzato nell’Italia democratica un partito dichiaratamente idealmente legato a quel regime stesso.

Il cordoglio che si esprime ad un funerale, rendendo omaggio alla salma, non sta a significare o a sugellare pacificazione e superamento dell’antitesi tra antifascismo e fascismo.
Il superamento della contrapposizione avviene quando realmente tutti, in primis gli amministratori, facendo propri nel profondo i principi ed i valori della Carta Costituzionale, si dicono fermamente antifascisti; fino ad allora regna l’equivoco e, come sta accadendo con la sua amministrazione, si perviene all’aberrante equiparazione”.

Ricordiamo che il Segretario del PCI Palmiro Togliatti, protagonista della lotta clandestina al fascismo ed artefice della creazione del CLN che ha dato vita ai nuclei partigiani in tutta Italia, ha contribuito alla stesura della nostra meravigliosa Carta Costituzionale insieme agli altri padri costituenti Alcide De Gasperi (segretario Democrazia Cristiana), Bernardo Mattarella (esponente di spicco della DC e padre dell’attuale Presidente della Repubblica), Giuseppe Saragat (Partito Socialista Italiano), Pietro Nenni (Segretario Partito Socialista Italiano), Concetto Marchesi (Partito Comunista Italiano) e Piero Calamandrei (Partito d’Azione); mentre Almirante non l’ha mai riconosciuta come propria definendo come “bastarda” la Repubblica sorta da quella Carta.
Ricordiamo che il MSI, proprio in quanto non rinnegava le radici ed i legami con il deposto regime fascista e non riconosceva valenza alla Resistenza quale lotta di Liberazione, non si è mai riconosciuto nella nostra Carta Costituzionale proprio in quanto questa fondava le proprie origini, in termini di principi e valori, nella medesima Lotta di Resistenza.
Ricordiamo ad Ella ed a noi tutti che quella stessa Carta Costituzionale, proprio in quanto risultato della straordinaria convergenza delle forze che avevano dato vita alla Lotta di Resistenza, prevede solo la disposizione (XII disposizione transitoria e finale della Costituzione italiana) che vieta la ricostituzione del partito fascista, conseguendo, da ciò, sul piano legislativo, il divieto di apologia del fascismo: questo fino a quando ha efficacia questa Carta Costituzionale”.

Ricordiamo che essere primo cittadino vuole dire avere rispetto della storia di una
comunità e nella storia della comunità neretese, così come in quella del resto del Paese Italia, il sig. Almirante e la sua organizzazione non hanno avuto mai riconoscimento alcuno.

Ricordiamo ad Ella, ma soprattutto a tutti i Neretesi, che, non più tardi dello scorso 25 aprile 2023, il Sindaco di Nereto in una nota indirizzata all’ANPI Val Vibrata, verso cui oggi prova imbarazzo per il solo fatto di chiedere di evitare la intitolazione di una via pubblica ad un fascista, ricordava che “La Resistenza fu un moto eroico di dignità, coraggio e fratellanza umana, in cui il Paese, con le sue diverse culture popolari, socialiste, comuniste e liberali, si è unito contro la violenza ed il sopruso nazifascista.

L’aberrazione è intitolare una via pubblica ad un fascista”.

Antonio Franchi (Anpi provincia Teramo). La toponomastica ha un forte valore pedagogico, traccia un esempio etico e morale di impegno che spazia dal campo artistico e intellettuale a quello storico, politico e civile. Le vie e le piazze vengono di regola intitolate a personaggi illustri, che per loro vita, le loro opere e le loro azioni, si sono distinti meritevolmente tanto da assumere un valore di esempio. Sono nomi che suscitano rispetto ed ammirazione nelle persone che li conoscono e attenzione e curiosità in coloro che invece non sanno chi sono.

Una curiosità, di fronte ad un nome al quale è intitolata una via, induce, specialmente i più giovani, alla domanda: “Chi era? Cosa ha fatto?”
Selo chiedano tutti: chi era Almirante? Almirante fin da giovane fu un convinto fascista. Iniziò a lavorare come giornalista e fu uno dei principali redattori de “La difesa della Razza”, il periodico che iniziò le sue pubblicazioni nel 1938 e che, insieme all’approvazione delle cosiddette “leggi razziali”, segnò la definitiva svolta antisemita e razzista del regime fascista. In uno dei suoi articoli più citati che venne pubblicato il 5 maggio del 1942 scriveva: “Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti”.
Negli anni della guerra civile si distinse per la sua attività anti partigiana e di collaborazione con il nazismo, accusa dalla quale cercò di difendersi, senza successo, nelle aule del tribunale nel corso degli anni Settanta.
Un uomo così, può rappresentare un esempio? Suscitare rispetto, ammirazione?
Chi lo propone rappresenta a Nereto la più alta carica istituzionale, rifletta attentamente sul ruolo che svolge ed eviti slogan da bar, principi vuoti e ignobili accostamenti come quelli che ha esternato.
Affiancare il nome di Palmiro Togliatti ed Enrico Berlinguer a quello di Almirante è assolutamente vergognoso!
Chieda scusa e studi la Storia quando si permette assimilazioni così infamanti!
Togliatti ha lottato contro il fascismo e il nazifascismo, ha contribuito alla costruzione della nostra democrazia, è stato uno dei più importanti ed influenti Padri Costituenti della Repubblica italiana. Enrico Berlinguer, uno degli uomini più elevati ed integri della storia della nostra Repubblica, è stato uno dei massimi esponenti del più grande partito di massa italiano che ha contribuito all’emancipazione, alla crescita sociale, etica e civile del nostro Paese.
Entrambi sono i veri ispiratori delle nuove generazioni e restano gli esempi più luminosi della migliore Italia democratica ed antifascista, nata dalla Resistenza e dalla Costituzione”.

M5S. Il sindaco di Nereto, Daniele Laurenzi, descrive Giorgio Almirante come “una personalità che ha occupato uno spazio politico e che è stato deputato della Repubblica Italiana”.
Tutto vero. Peccato che questo non sia sufficiente ad essere fonte di immunità per Almirante, tanto da intitolargli una via. Ricordiamo che anche Benito Mussolini fu presidente del Consiglio del Regno d’Italia e Hitler Cancelliere tedesco, e anche loro rappresentano personalità “che hanno occupato uno spazio politico”, eppure, per ovvi motivi, non ci sovviene nessuna piazza o via intitolata ai due esponenti del nazifascismo.
Perché dovrebbe essere diverso per Almirante?
Andiamo quindi a rispolverare codesta figura, cosi sarà più semplice spiegare al nostro sindaco perché è inaccetabile intitolare una via di Nereto ad un nazifascista.
Durante il Ventennio, Almirante fu un importante dirigente del partito, autore di articoli razzisti e antisemiti.
Fu uno dei principali redattori de La difesa della Razza, periodico che, insieme all’approvazione delle leggi razziali, segnò la definitiva svolta antisemita e razzista del regime fascista.
“Il razzismo ha da essere cibo di tutti e per tutti, altrimenti finiremo per fare il gioco degli ebrei e dei meticci”, scriveva Almirante in uno dei suoi articoli.

“Non c’è attestato col quale si possa imporre l’altolà al meticciato e all’ebraismo: l’attestato di sangue” proseguiva Almirante.
Nel dopo guerra quest’ultimo divenne uno dei fondatori e poi segretario del Movimento Sociale Italiano, non rinnegando mai la sua passata appartenenza al regime e la sua fede fascista tanto da affermare che “ la parola fascista ce l’ho scritta in fronte” resatando sempre critico sulla democrazia : “Democratico” disse in un’occasione, “è una aggettivo che non mi convince”.
E allora ci chiediamo sindaco, come possano essergli “sfuggite” le malefatte di cui si è macchiato Almirante!
È palesemente infondato, immotivato, arbitrario e finanche aberrante l’accostamento che lei si è permesso di fare con Berlinguer, un personaggio ed una persona, eticamente, umanamente e politicamente limpido e trasversalmente apprezzato. Se la storia è maestra di vita, non può, in alcun caso, essere interpretata in modo strumentale e mistificatorio.

Robert Verrocchio (ex sindaco Pineto e candidato in Regione). Il Sindaco di Nereto, Daniele Laurenzi, sembra aver perso memoria e senso civico, facendo finta di non comprendere le ragioni della contrarietà espressa da più parti (Robert Verrocchio, ANPI Val Vibrata) circa l’intitolazione nel suo comune di una via a Giorgio Almirante. “Sarebbe opportuno che il sindaco neretese tornasse a leggere su qualche sito la storia personale di Almirante – spiega Verrocchio – una figura legata al fascismo e firmatario del Manifesto della Razza”. Per dirla tutta la replica di Laurenzi lascia basiti. A suo avviso l’aver anche intitolato vie e piazze a figure femminili e a personalità politiche legate a valori di tutt’altro tipo giustifica questo gesto. Una sorta di par condicio per “superare le contrapposizioni ideologiche del dopoguerra”. Quello che gli sfugge è che il fascismo non è una ideologia superabile. “Una netta presa di posizione per palesare distanza da quegli anni bui – dice ancora Verrocchio – si addice molto più a amministratori illuminati e attenti agli insegnamenti della storia e ai valori della libertà e della democrazia. Questo era il mio auspicio. Di nomi meritevoli, torno a ribadire, ce ne sono tantissimi”.

Al sindaco sfugge che “l’obiettivo di queste intestazioni è che, passando sotto quelle insegne, tornino alla memoria valori e meriti, per tramandarli e mantenerli. Con Almirante, mi chiedo, che ricordo si vuole tramandare?”

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