Nuove scogliere a Pineto, il Wwf fa ricorso al Tar
Per l'associazione ambientalista non sarebbero stati valutati gli impatti negativi nell'Amp, ma il sottosegretario D'Annuntiis smentisce
Nei giorni scorsi il WWF Italia, supportato dall’avvocato Francesco Paolo Febbo del gruppo dei “legali del panda”, ha presentato un ricorso al Tribunale Amministrativo dell’Aquila sui lavori previsti dalla Regione Abruzzo per il terzo lotto delle opere di difesa della costa a nord della Foce del Torrente Calvano nel Comune di Pineto.
Un’opera che prevede la realizzazione di sei setti di scogliere emerse lunghe ciascuna 90 m, a 100 m dalla riva e poste a solo 200 m dal confine nord dell’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano”.
Il WWF, che aveva già in precedenza sollevato obiezioni rispetto alle opere da realizzare sia per quanto riguarda la procedura seguita sia per gli impatti che esse possono avere sull’erosione costiera e sulla vicina area protetta, ha richiesto l’annullamento del giudizio del Comitato VIA della Regione Abruzzo favorevole all’esclusione della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale e degli atti ad esso conseguenti come la Delibera di Giunta Regionale n. 31 del 31.01.2023.
L’Associazione “mira a impedire la realizzazione di un intervento all’interno di un sito di importanza comunitaria, nei confronti del quale non sono state, anche per evidenti ed incredibili errori sulla esatta localizzazione del sito, verificate le possibili incidenze negative. I lavori, infatti, interessano il tratto di costa dell’unità fisiografica UF3 – “Foce del Vomano-Foce del Saline” e soprattutto, sembrano interessare la vicina “Area Marina Protetta-SIC/ZSC IT7120215-Torre del Cerrano”, sito di interesse comunitario (SIC/ZSC)”, sottolinea il WWF in una nota.
“Nella specie, quindi, – spiega l’avvocato Francesco Paolo Febbo – avrebbero dovuto essere adottate tutte le misure precauzionali e di cautela necessarie, ai fini della sua protezione; invece, il procedimento seguito presenta numerose “anomalie” (finanche, una errata individuazione dell’area di intervento e della collocazione del SIC/ZSC), che l’Ente gestore “Area Marina Protetta Torre del Cerrano”, che, come noto, deve essere obbligatoriamente “sentito” ed il cui parere è imprescindibile, ha più volte evidenziate e stigmatizzate, senza risultati concreti”.
“In sintesi, il progetto avrebbe dovuto essere assoggettato a V.I.A. e V.Inc.A., in quanto il Sito Natura 2000 era in posizione diversa da quella descritta nello Studio Preliminare Ambientale, e anche per questo, non erano state valutate le possibili incidenze negative dell’intervento su di esso. Inoltre, il “Piano di difesa della Costa dall’erosione, dagli effetti dei cambiamenti climatici e dagli inquinamenti” approvato dalla Giunta regionale con delibera n. 526 del 31.08.2020, ha assoggettato tutto il tratto di costa, dalla Foce del Vomano alla foce del Calvano (circa Km 5) a detto regime di “Conservazione/Valorizzazione” nel quale restano esclusi gli “Interventi di nuovo impianto di sistemi di difesa” in cui sembra ricadere la “realizzazione 3° Lotto delle Opere di Difesa della Costa nel Comune di Pineto (TE) località litorale nord della foce del torrente Calvano, completamento delle opere di difesa della costa”, che dovrebbero essere previsti solo ed unicamente per il regime di piano “nuovo impianto (NI)”.
“Di fatto le opere, come previsto nello Studio Preliminare Ambientale della Regione, prevedono un arretramento della linea di riva di 18 m nel tratto a nord dell’AMP “Torre di Cerrano” che si cercherà di mitigare con ripascimenti da 700.000 euro ogni anno! Ancora uno sperpero di fondi pubblici per intervenire sugli effetti dell’erosione costiera e non sulle cause che la originano”.
LA REPLICA DEL SOTTOSEGRETARIO REGIONALE UMBERTO D’ANNUNTIIS
“L’intervento dà completezza agli interventi già in corso ( lotti 1 e 2 ) e a tal fine é stato istituito un gruppo di lavoro affinché si procedesse ad approfondimenti conoscitivi in ambito dell’unità fisiografica UF3. Tale studio ha portato all’approvazione di una scheda che costituisce parte integrante e sostanziale del vigente Piano di Difesa della Costa, oltre all’approvazione del Progetto di Fattibilità Tecnico-economica ( PFTE)”.
Così replica il sottosegretario alla Presidenza della Giunta Regionale Umberto D’Annuntiis.
“L’intervento é conforme al PDC approvato dal Consiglio Regionale in data 25/11/21 e aggiornato con DGR n. 31 del 31/01/23. Lo scenario di intervento ammette la possibilità di utilizzare, in alternativa alla struttura sommersa, anche una struttura emersa. La Giunta Regionale ha proceduto in conformità delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano di Difesa della Costa, ove si prevede espressamente che: ‘la Giunta Regionale può approvare, all’atto della destinazione delle risorse, su proposta del Servizio Opere marittime, per tener conto di mutate condizioni, scenari d’intervento in variante a quelli del Piano, fermo restando la conformità di questi ai regimi di Piano'”.
“Per entrare nel merito dell’intervento – ha aggiunto il sottosegretario D’Annuntiis – si fa presente che il processo erosivo che ha colpito la Pineta Catucci ha intaccato il piede della struttura che sostiene la pineta stessa mettendola in serio pericolo assieme alle abitazioni retrostanti, e si sta spostando verso Sud e quindi verso l’area Marina Protetta. In previsione, inoltre, di un innalzamento del livello medio marino e dell’intensificazione degli eventi estremi (mareggiate), causate dai cambiamenti climatici, si è pertanto ritenuto congruo e corretto adottare un sistema di difesa con barriere foranee emerse”.
“Gli effetti sottoflutto non andranno ad interessare l’Area Marina Protetta e quindi non avranno conseguenze negative su di essa, così come riscontrabile da tutti gli atti prodotti per la procedura di assoggettabilità V.I.A e V.Inc.A. La Giunta Regionale – ha concluso D’Annuntiis – ha posto la difesa della costa tra le sue priorità e, dopo l’approvazione di un piano di difesa mai esistito in regione, ha destinato importanti risorse con la programmazione FSC 2021/27″.