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Teramo

Nuovo teatro a Teramo, Melozzi contro il ricorso al Tar del negozio “Sotto Sopra”

Il maestro si scaglia contro la decisione del titolare di presentare ricorso contro lo sgombero

Il maestro teramano Enrico Melozzi si scaglia contro la decisione del titolare del negozio “Sotto Sopra” lungo Corso San Giorgio a Teramo, di presentare ricorso al Tar dell’Aquila sulla riqualificazione del teatro comunale.

Il progetto, finanziato con 10 milioni di fondi PNRR, prevede infatti che l’esercizio commerciali liberi i locali occupati.

È”La decisione del proprietario del negozio Sottosopra di ricorrere al TAR contro la restituzione dei locali al comune di Teramo è un atto che grida al cielo. Come disse un tempo Victor Hugo, “Quando si apre una scuola, si chiude una prigione”. Eppure, qui, sembra che si stia tentando di chiudere una scuola di cultura per perpetuare una prigione di tessuti e filati”, ha scritto in un lungo post sui social.

“Il teatro, un tempo fulcro della vita culturale, fu abbattuto in un’epoca di scelte miopi, per lasciar posto a un grande magazzino, come a dire, con Euripide, che “La barbarie è sempre pronta a intromettersi nella civiltà”. Da oltre sessant’anni la comunità di Teramo vive l’eco di quella distruzione, un lutto culturale non ancora superato. Ma la storia è maestra di vita e insegna che il tempo è galantuomo. Il comune di Teramo ora si erge a paladino di una giustizia culturale tardiva ma non meno necessaria, tentando di ridare vita a quello che fu strappato alla comunità. Il ricorso del proprietario del Sottosopra è un affronto, non solo al comune, ma all’intera città di Teramo e alla sua sete di cultura. La decisione del proprietario del Sottosopra di appellarsi al TAR non è solo una questione legale; è un’offesa alla sete di cultura di una città intera. Questo atto non è solo un ricorso, ma un simbolo di resistenza al cambiamento, una barriera eretta contro l’evoluzione culturale di Teramo. Ogni giorno in cui quegli spazi rimangono negozio e non teatro, è un giorno perso per la comunità”.

Per Melozzi, “Alziamo quindi la nostra voce, con la forza delle parole e il peso della storia, a sostegno di un domani in cui Teramo possa nuovamente essere teatro di cultura e non solo di commercio. L’arte è più lunga della vita! Non permettiamo che la breve vista di interessi economici soffochi il lungo respiro della cultura a Teramo. Lasciamo che il teatro rinasca dalle ceneri di decisioni passate e diventi una fenice di speranza per il futuro”.

Sulla questione il Tar si esprimerà a fine mese, il cantiere invece dovrebbe partire ad inizio del prossimo anno.

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