Omicidio Teramo, Mario Di Rocco ha provato a difendersi
Diverse le coltellate inferte al padre dal figlio che resta in carcere
Resta in carcere Francesco Di Rocco, il 49enne che deve rispondere dell’omicidio del padre Mario nell’abitazione situata all’interno della stazione di Teramo, nella tarda serata di lunedì.
Il gip Marco Procaccini ha rigettato la richiesta di arresti domiciliari con braccialetto elettronico, avanzata dal legale dell’uomo, Federica Benguardato, con la motivazione che non sussisterebbe per l’avvocato il pericolo di reiterazione del reato, e convalidato l’arresto in flagranza.
A mezzogiorno, poi, è iniziato l’esame autoptico sul corpo dell’83enne, ex capostazione, colpito con un coltello da cucina con lama di circa 25cm e poi morto dopo qualche ora all’ospedale Mazzini di Teramo.
Secondo le prime risultanze dell’esame eseguito dal medico legale Cristian D’Ovidio, Mario Di Rocco sarebbe stato raggiunto da diverse coltellate alla testa, al viso ed alla nuca, venendo poi a mancare in ospedale per la grave emorragia. Il padre presenterebbe anche dei segni sulle braccia, che sarebbero compatibili con un tentativo estremo di provare a difendersi.
Risultati di esami più approfonditi arriveranno nei prossimi mesi sul tavolo del sostituto Monia Di Marco, titolare delle indagini condotte dai carabinieri del Norm e del nucleo investigativo di Teramo.