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Teramo

Ospedale di Sant’Omero, tra strategie e investimenti: Di Giosia fa chiarezza

Sant’Omero. Ci sono i numeri, legati alle attività. C’è l’impegno del personale e i progetti in campo per specializzare alcuni reparti. E ci sono anche gli investimenti legati alla tecnologia: dalla Tac, alla risonanza magnetica alla Moc, ma non solo.

L’ospedale di Sant’Omero non smobilita, e i numeri legati all’operatività della struttura ospedaliera di confine testimoniano l’esatto contrario. Anche in termini di strategie che l’azienda sanitaria ha in mente di sviluppare e in parte lo sta facendo.

Per spegnere voci definite “incontrollate, che tendono a screditare quella che è l’attività dell’ospedale e che creano allarmi ingiustificati”, il manager della Asl di Teramo, Maurizio Di Giosia, ha tenuto una conferenza stampa al Val Vibrata. E lo ha fatto snocciolando numeri e strategie insieme ai medici e ai professionisti che operano nell’ospedale. “Noi dobbiamo dare risposte ai cittadini e calare le strategie su quelli che sono i bisogni sanitari e le risorse economiche e umane a disposizione”, ha sottolineato il direttore generale. “ Fare rete significa specializzare ogni singolo ospedale, evitando doppioni sul territorio”.
Nella sua analisi, Di Giosia ha toccato tutti i vari punti della struttura sanitaria “baluardo di confine, che ha come obiettivo quello di contenere la mobilità passiva”, dall’ostetricia e ginecologia, chirurgia, l’obiettivo di riportare in parto indolore e di valorizzare le eccellenze.

 

“Questo modello è tanto più valido quando riguarda la creazione di una rete che mette in collegamento e in stretta coordinazione due reparti della stessa specialità o interdisciplinari. E non ha senso temere che la mancata effettuazione di un concorso pubblico da direttore di Uoc sia pregiudizievole rispetto alla qualità di prestazioni offerte dal reparto. Non è la struttura complessa ma le attività che vanno svolte per rispondere alle esigenze di cura dei pazienti. L’assetto organizzativo della Asl è determinato in base a studi sulle nostre esigenze e gli ospedali lavorano in base alle loro potenzialità: mettere in collegamento più presidi non significa depotenziarli ma a creare una rete”. Di Giosia si è indirettamente espresso sulle polemiche riguardo al passaggio da Uoc a Uosd della unità operativa di ostetricia e ginecologia, secondo il piano di reingegnerizzazione della rete ospedaliera.

Sia il direttore di Dipartimento materno infantile Antonio Sisto che il direttore dell’Ostetricia e Ginecologia Alessandro Santarelli hanno spiegato situazione e prospettive per il reparto in questione. “Il presidio ospedaliero di Sant’Omero svolge e svolgerà un ruolo di fondamentale importanza all’interno del dipartimento materno infantile. Con una riorganizzazione che potremo definire ‘circolare’ si otterrà un incremento dell’attività operatoria, puntando sulla patologia ginecologica di bassa-media complessità. L’incremento dell’attività sarà di importanza strategica nella riduzione dei tempi di attesa e permetterà un recupero della mobilità passiva, oltre ad un potenziale incremento della mobilità attiva” ha dichiarato Sisto. Santarelli parlando dell’intensa attività dell’ambulatorio di uroginecologia ha annunciato che a luglio sarà attivato il percorso di rieducazione/riabilitazione del pavimento pelvico all’interno di un progetto aziendale multidisciplinare. Inoltre ha annunciato che venerdì scorso è stato aperto sempre a Sant’Omero il Centro della menopausa attualmente l’unico in funzione all’interno della Asl. Anche l’attività chirurgica è notevole: il numero di dimissioni effettuate nel 2022 ammontata a 1541 un numero superiore rispetto all’anno pre-Covid (2019) quando ne furono 1513.

Un altro settore oggetto delle polemiche è la chirurgia che secondo lo stesso piano diventerà Uosd. “Ora è Uoc poi si vedrà cosa diventerà” ha sottolineato il direttore generale, “la Asl nel suo atto aziendale può decidere”.

A illustrare l’attività chirurgica nel “Val Vibrata” sono stati il direttore della chirurgia Mario Cicconi e il Renato Pietroletti direttore del reparto, convenzionato con l’università dell’Aquila, di chirurgia proctologica.

Il primo svolge un’attività sia numericamente che qualitativamente importante nella chirurgia di parete, svolgendo un ruolo basilare nel recupero della mobilità passiva per ernie e colecisti il secondo è un punto di riferimento extra regionale ed è diventato partner dell’istituto San Gallicano di Roma per un progetto Pnrr sulle neoplasie anali anche perché dispone di un apparecchio per anoscopia ad alta risoluzione (l’ospedale di Sant’Omero è l’unica struttura pubblica oltre al Gemelli ad averla nel centro Italia) che si aggiungono alla manometria anale e l’ecografia anale.

Fra i vari reparti dell’ospedale di Sant’Omero che hanno ottime performance spicca la ortopedia diretta da Vittorio Di Cesare che in questi primi 6 mesi del 2023 ha ulteriormente aumentato le attività chirurgiche, in particolare la chirurgia protesica (anca-ginocchio-spalla) attestandosi su 160 protesi totali e con un tasso di occupazione dei posti letto del 104%.

Un secondo reparto convenzionato con l’Università dell’Aquila è la medicina interna diretta da Davide Grassi: “Per la prima volta in vita mia ho visto attivare ambulatori in quindici giorni. Mi sento di far parte di un gruppo forte in grado di mettere in campo strette collaborazioni fra diversi reparti”. In riferimento ai due reparti a direzione universitaria il direttore generale ha dichiarato: “Aver incrementato la presenza dell’università significa elevare anche la qualità dell’assistenza. Forse questo ha disilluso qualche interno ma se vogliamo un Sanità di qualità determinate scelte andavano fatte”.

Il direttore generale ha inoltre sottolineato l’importanza del ruolo di altri settori fra cui il pronto soccorso e anestesia e rianimazione. “In definitiva le carte vincenti di un ospedale adesso sono le competenze degli operatori che vi lavorano e la qualità della tecnologia. E l’ospedale di Sant’Omero certamente non fa difetto su questi due punti. Per noi questo è un aspetto importante tanto più che Sant’Omero è un ospedale di frontiera e può rappresentare un valido baluardo contro la mobilità passiva” ha concluso Di Giosia.

Strumentazione. Di Giosia ha annunciato l’acquisto di una risonanza magnetica nucleare 1,5 Tesla di ultima generazione investimento di circa 1 milione di euro da acquisire attraverso una specifica convenzione Consip appena resa disponibile (i locali che la ospiteranno sono già stati individuati e sono adiacenti alla Radiologia); una Moc (Densitometro Osseo) di ultima generazione 3D che sostituirà la Moc attualmente presente. Sarà acquisita, inoltre, una nuova Tac, GE Revolution EVO, di ultima generazione e dotata di componenti hardware e software più performanti per la gestione di numerose specialità cliniche, con l’integrazione di quelle cardiologiche e neurologiche. Infine nelle prossime settimane sarà collaudata una nuova Colonna Laparoscopica 3D, caratterizzata da una visualizzazione di immagini con altissima risoluzione e qualità. In tal modo i chirurghi potranno operare con maggior precisione, con un effetto positivo sui risultati degli interventi e quindi sui tempi di guarigione dei pazienti.

“Concludo con un invito ad evitare strumentalizzazioni che danno un’immagine negativa della sanità vibratiana. Parlare male di un ospedale, soprattutto se quanto detto non risponde a vero, non fa altro che danneggiarlo e allontanare il cittadino”, ha chiosato Di Giosia.

 

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