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Teramo

Ospedale Teramo, per Italia Viva “sceglie la Regione dove, ma meglio Piano d’Accio”

Il presidente provinciale Luciano Monticelli dice la sua sul dibattito

Sayonara Tortoreto

“Nelle ultime settimane si è riaperto il dibattito sul dove costruire il nuovo ospedale provinciale. Ebbene, Italia Viva tiene innanzitutto a rimarcare quelle che sono le responsabilità e l’iter procedurale da seguire per la costruzione di un nuovo nosocomio e l’individuazione del relativo sito.  I principi organizzativi del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) assegnano allo Stato e alle Regioni il delicato compito di ordinare le azioni e gli strumenti necessari alla tutela della salute dei cittadini. Lo Stato determina i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), le Regioni programmano e gestiscono in piena autonomia la sanità nell’ambito territoriale di loro competenza”.

A dirlo Luciano Monticelli, presidente provinciale Teramo di Italia Viva.

“Dove costruire un ospedale, quindi, lo decide la Regione, in base ai suoi strumenti programmatori e a considerazioni prettamente tecniche, che tengano conto di opportunità e ragionevolezza. Al Consiglio comunale di Teramo, invece, è andato in onda un altro film. È passato il principio che sia il Comune, nel caso specifico quello di Teramo, a decidere dove collocare il nuovo ospedale. E ciò non come parere consultivo, ma piuttosto come elemento decisionale da cui partire. Insomma, si sono stravolte le norme, con il colpevole avallo della dirigenza regionale, politica ed amministrativa. Italia Viva, nell’interesse della intera comunità provinciale, intende formulare alcune precisazioni: il nuovo ospedale è di fondamentale importanza per tutti i cittadini teramani, per cui bisogna accelerarne i tempi di realizzazione; la Regione deve programmare e mettere in ordine tutti gli step amministrativi necessari; dove collocare la struttura è un problema essenzialmente tecnico, senza che questo voglia comunque dire escludere un pronunciamento del comune nell’ambito della sua funzione consultiva; il nuovo ospedale avrà una valenza provinciale e servirà tutti i 310 mila cittadini teramani, non solo quelli della città capoluogo, per cui la scelta della sua ubicazione dovrà essere la più funzionale per tutto il territorio; tornare al punto di partenza, ricominciare cioè da capo con studi tecnici e di fattibilità, significherebbe prolungare ulteriormente il già lungo iter in essere, con il rischio annesso di perdere i fondi già stanziati. Mentre nelle altre province partono i cantieri, a Teramo sono anni che si discute sul sito e ora ripartiamo dal “Via”; sei anni di cantiere a Villa Mosca possono essere compatibili con l’attività sanitaria, anche complessa di un grande ospedale e non trasferibile? Al punto in cui siamo, quindi, Italia Viva reputa che la scelta di Piano d’Accio sia la più ragionevole, per cui, rimetterla ora in discussione, farebbe solo perdere ulteriore tempo”.

Per Monticelli, “Che la sanità in provincia di Teramo sia in affanno e che il sistema vada profondamente riformato lo testimonia la mobilità passiva, la cui entità va ben oltre i limiti fisiologici e quindi non possiamo sottrarci ad una attenta analisi sul tema.  Il nuovo Ospedale Provinciale deve poter svolgere efficacemente le funzioni di Hub territoriale, deve essere dotato di una struttura moderna e di tecnologia all’avanguardia in grado di attrarre professionalità di primo livello.  Appare necessaria, invece, una responsabile rivisitazione dell’offerta con l’assegnazione ai tre ospedali di base (S.Omero, Atri e Giulianova) di specifiche specialistiche, nel rispetto delle reciproche vocazioni, conservando le funzioni indispensabili di un P.O. di base e cogliendo anche l’opportunità di introdurre settori di assistenza al momento poco rappresentati, primo fra tutti quello della riabilitazione. Una sanità al passo con i tempi e con al centro le esigenze dei cittadini e questo lo si può ottenere solo attraverso lo sviluppo di una rete integrata ospedaliera con investimenti tesi a sviluppare particolari branche della medicina che possano caratterizzare i 3 nosocomi di base, per evitare il rischio che un domani dovremmo ricordare e discutere di scatole vuote presenti sul nostro territorio. La Regione si assuma la responsabilità della scelta del sito, trovi i fondi mancanti e si parta subito con la costruzione di quest’opera fondamentale per la salute dei cittadini teramani, che aspettano ormai da troppo tempo.  Italia Viva vede il nuovo ospedale come una grande opportunità per la città di Teramo e la provincia tutta. E’ un segno di speranza e di futuro per la Sanità tutta: per i cittadini innanzitutto, ma poi anche per gli operatori”.

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