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Teramo

Palestra all’aperto a Teramo, Robin Hood: “Ci sono problemi di sicurezza”

Ma per l'associazione a tutela dei consumatori non sarebbe l'unico problema

Sayonara Tortoreto

L’associazione a tutela dei consumatori Robin Hood interviene sulla palestra a cielo aperto, inaugurata a Teramo due giorni fa.

 

“Perché creare a distanza di poche centinaia di metri un’altra area con la stessa finalità? Realizzazioni tra l’altro completamente differenti sotto il profilo della sicurezza e dell’inserimento nel Parco”, sottolinea l’Associazione che era già intervenuta sull’area denunciando “alcuni aspetti del cantiere e della realizzazione”.

“Esiste una normativa Uni, la EN 16630 “attrezzature installate in modo permanente per il fitness all’aperto – requisiti di sicurezza e metodi di prova”, norma anche se non applicata da utilissime indicazioni in termini di sicurezza e manutenzione. Registriamo che l’area dopo l’istallazione, con la posa in opera degli attrezzi, non ha avuto bonifiche del terreno quali eliminazione del ciottolami, il livellamento. Esistono prescrizioni per le cadute libere ad esempio se inferiore o uguale a 1,5 m l’area di sicurezza deve essere di uguale misura, se maggiore di 1,5 la caduta va moltiplicata per 2/3 ed aggiunti ulteriori 0,5 m. , la stretta connessione tra gli attrezzi forse non ne ha tenuto conto”.

“Solo queste due circostanze già evidenziano un problema di sicurezza”.

“In termini di fruizione non esiste una cartellonistica con il divieto del loro utilizzo da parte di bambini ovvero di soggetti al di sotto dei 1400 mm, cosi pure quella per il loro utilizzo con ammonimento di responsabilità personale nell’uso. L’amministrazione D’Alberto e Sport e Salute, scegliendo in subordine di dare indicazioni attraverso lettori Q-code determinano una selezione dei soggetti che possono utilizzarle.”

“Parole roboanti come sport per tutti, hanno una loro valenza oggettiva solo se praticate nella realtà”, prosegue l’Associazione Robin Hood.

Altra problematica è quella della scelta dei materiali delle attrezzature, in presenza di un inadeguato ombreggiamento dell’area”.

“Quando siamo riusciti a evitare la realizzazione di una strada a scorrimento veloce Aquaviva – Palazzetto di Scapriano, nella rimodulazione a cui partecipai, con i tecnici Mariotti e Gambacorta, furono introdotti percorsi salute, lasciati dalle varie amministrazioni all’incuria e al loro abbandono”, conclude direttamente il presidente Pasquale Di Ferdinando. L’associazione ritiene “ridicola la gara di appalto per la manutenzione della struttura che prevede solo oneri e non poche responsabilità, un bilanciamento possibile sarebbe l’introduzione di un costo per l’utilizzo non auspicabile”.

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