Parco Gran Sasso diventa Zona Speciale di Conservazione: c’è chi pensa al ricorso
Si tratta degli Usi Civici Teramani: l'associazione discute le modalità di istituzione
Teramo. “Con profondo rammarico abbiamo appreso che la Giunta Regionale con delibera del 28 dicembre 2023 ha approvato lo schema di decreto con il quale il Ministero dell’ambiente potrà istituire in maniera definitiva e indiscriminata la zona ZSC (zone speciali di conservazione) su tutti i territori che compongono l’area del Parco Gran Sasso Monti della Laga”.
Così Paride Tudisco, presidente dell’Associazione Usi Civici Teramani.
“Verrà praticamente istituita una Riserva integrale naturale entro la quale sarà impossibile praticare qualsiasi attività umana, agrosilvopastorale, turistica o di sviluppo in generale a causa di un aumento di divieti, veti e dinieghi portando gli abitanti dei molti borghi e paesi all’immobilismo e al conseguente deterioramento del tessuto sociale, già poco florido, dei nostri centri urbani”.
“L’Associazione che rappresento”, prosegue Tudisco, “si era attivata nel depositare studi progettuali al fine di rimodulare e ridelineare le aree SIC e ZPS escludendo le zone antropizzate dai vincoli comunitari, progetti che sono stati ignorati dall’amministrazione Regionale. Pertanto, le amministrazioni di Beni di Uso Civico presenti sui due versanti del Gran Sasso , quello Teramano e quello Aquilano, depositeranno ricorso“.
“La nostra contestazione non nasce dall’istituzione della zona ZSC (zone speciali di conservazione), che, come da direttiva della comunità europea Natura 2000, deve preservare gli habitat naturali presenti, ma dalle modalità di istituzione della stessa che non prende in considerazione una concertazione e condivisione con i territori, che permetterebbe di programmare sia un piano di sviluppo turistico che la tutela delle esigenze e gli interessi degli abitanti dei luoghi”.
“Vogliamo ricordare a tutte le istituzioni di ogni livello, che se nel lontano 1995 è stato possibile istituire il Parco del Gran Sasso e Monti della Laga è solo perché millenni di storia di vita faticosa di uomini e donne, i così detti (CIVES), hanno reso possibile il protrarre nel tempo della bellezza dei nostri territori curandoli, tutelandoli e preservandoli per essere lasciati alle odierne generazioni: e noi, che siamo gli eredi di questa secolare fatica, non lasceremo che tutto questo sia reso vano per una visione miope di uomini istituzionali che non hanno vissuto i nostri luoghi se non per svago o per diporto”, conclude Tudisco.