Gli indicatori, in attesa dei dati ufficiali legati, molto, alla tassa di soggiorno, sono quasi evidenti e segnano un calo, netto, negli arrivi e di riflesso anche nelle presenze turistiche. Segna il passo, nella stagione 2024, l’industria delle vacanze con flessioni, evidenti, negli arrivi nel settore alberghiero e ricettivo in genere.
In provincia di Teramo (da Martinsicuro a Silvi), dove si conta sempre il grosso delle presenze turistiche in Abruzzo, il mese di giugno è stato un mezzo flop, con flessioni per gli arrivi di oltre il 30%. Il maltempo è stato condizionante, ma non è stato solo fattore. Anche a luglio si parla di una flessione di oltre il 20%, così come per la prima settimana di agosto. E il pienone delle due settimane di agosto non basterà, di certo, per compensare una stagione che, ora sul piano meteo è ottima, ma che fa segnare una flessione. E se si sposta l’attenzione sul settore extralberghiero, i dati sono ancora peggiori.
Modello in crisi. “Ad essere entrato in crisi” sottolinea Giammarco Giovannelli, presidente di Federalberghi-Confcommercio, ” è un modello turistico che non funziona più. Ora le vacanze sono di brevissima durata e il turista vuole provare esperienze ed avere di più oltre alla spiaggia”.
Situazione economica. Le famiglie, che poi rappresentano il target di riferimento del turismo balneare della costa teramana e abruzzese in genere, devono fare i conti con rincari a vario livello e i soldi per le vacanze restano sempre pochi. “Le famiglie italiane sono in crisi”, prosegue Giovannelli, ” e a dirlo sono i numeri. Alla vacanza non si rinuncia, ma sono vacanze brevi e con pochi soldi a disposizione. E dopo il Covid la concorrenza estera è diventata forte e si fa fatica ad essere competitivi”.
Le istituzioni. Giovannelli lamenta la poca attenzione degli enti locali. “Con la Regione si lavora per lanciare la promozione del nostro territorio, ma con diversi enti locali si fanno i conti con la poca programmazione e con i costi che crescono, con imposta di soggiorno tutto l’anno e parcheggi a pagamento sempre in maggiori zone”.
Alloggi. C’è anche necessità di rivedere il modello turistico, come lo stesso Giovannelli aveva evidenziato qualche settimana fa con il modello Alba che, in alcuni casi, sta cambiando pelle. “Negli anni ’90, in alcune località, ” sono stati sdoganati tanti appartamenti a pochi soldi e la qualità complessiva anche del turismo non si è certo evoluta”. Ma questo è oramai un discorso del passato. Ora si attendono i primi dati ufficiali e valutare anche conti alla mano su quelli che sono gli effetti di una stagione complicata.