Regionali, Gatti replica a D’Alberto sull’ex manicomio: nessuno scippo di fondi
Sull'argomento anche l'intervento di Luciano D'Alfonso
Teramo. Paolo Gatti, candidato al consiglio regionale, replica al sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto che ha parlato di fondi insufficienti per l’ex manicomio.
“Come avevo anticipato l’11 dicembre scorso, la Regione ha attribuito alla città di Teramo le nuove risorse FSC 21-27 andando ben oltre l’impegno assunto con la DGR 416/20 e l’Accordo sottoscritto con l’Università di Teramo a seguito del definanziamento parziale e temporaneo del progetto “Interventi di valorizzazione ex manicomio di S.Antonio Abate” cosiddetta Cittadella”, sottolinea Paolo Gatti.
“L’accordo che, come noto, si è reso necessario per evitare il definanziamento dell’intervento da parte del governo (in quanto la misura non aveva raggiunto l’Obbligazione Giuridicamente vincolante OGV nel termine previsto del 31 dicembre 2019) e consentire il recupero dello stanziamento in capo alla Regione con la finalità di finanziare interventi a favore delle imprese e delle famiglie abruzzesi durante la pandemia (cura abruzzo 1 e cura abruzzo 2), prevedeva il rifinanziamento del progetto per 27,9 milioni di euro. Rifinanziamento volto ad assicurare la realizzazione dell’intervento successiva alla progettazione dell’opera, già garantita nel 2020″.
“L’Accordo per lo Sviluppo e la Coesione stipulato il 7 febbraio con il Governo rappresenta lo strumento per assicurare tale realizzazione attraverso lo stanziamento di idonee risorse finanziarie; le risorse – pari a 20 milioni – sono state definite sulla base di un progetto esecutivo e cronoprogramma procedurale e finanziario redatti dal soggetto attuatore (Università) tenuto conto delle nuove regole del FSC contenute nel DL SUD, in primis quelle del definanziamento, nonché del fatto che le economie di progetto verranno mantenute in capo al beneficiario fino a completa realizzazione dell’opera ed infine con scheda tecnica coerente alle indicazioni contenute nella piattaforma invitalia. Non saranno quindi sottratte risorse al beneficiario come accaduto invece durante il precedente Governo regionale che stabilì l’immediata riattribuzione alla Regione delle economie post gara. La scelta della Regione è andata dunque ben oltre rispetto all’impegno assunto nella DGR 416/2020 ed in accordo con il soggetto attuatore ha rifinanziato un altro progetto strategico dell’Università di Teramo che la Giunta regionale , nel dicembre 2022 è stata costretta a definanziare per evitare nuovamente il taglio del governo centrale per mancato raggiungimento delle OGV, con conseguente perdita per sempre delle risorse.
Trattasi del progetto “Polo agrobioveterinario “, progetto strategico e di forte interesse europeo, che beneficerà di 18 milioni. Anche in tal caso la somma è stata definita dal soggetto attuatore tenendo presenti i nuovi indicatori del DL Sud e d i criteri della piattaforma Invitalia”.
Per Gatti, “quindi, nessuno scippo di risorse per la città di Teramo e nessun impegno non rispettato, ma investimenti programmati in totale trasparenza, sulla base dei fabbisogni e necessità determinate dal territorio coerentemente con le regole del nuovo ciclo di programmazione e proprio con la finalità di scongiurare ogni pericolo di definanizamento. Invito pertanto il sindaco di Teramo a lasciare da parte polemiche elettorali strumentali e a leggere attentamente i contenuti dell’Accordo e degli Allegati che declinano puntualmente gli interventi finanziati e a verificare e valutare l’ingente mole di risorse attribuite al perimetro territoriale teramano.
Solo con questi due interventi parliamo di 38 milioni di euro pieni, a tacere di quasi 3 milioni appostati per il sito archeologico di piazza S. Anna, e quindi per un totale di oltre 40 milioni, che contribuiranno fortemente a dare respiro alla cultura, alla ricerca, alla formazione e a riqualificare uno spazio determinante per il futuro della città di Teramo”.
D’ALFONSO “Facendo onore alla sua consolidata tradizione per il gioco delle tre carte, il centrodestra mette in difficoltà anche la città di Teramo, rallentando – ma a questo punto si può ben dire ostacolando – la riqualificazione dell’ex manicomio. Tutto inizia otto anni fa: con delibera di giunta n. 229 del 19 aprile 2016, nell’ambito del Masterplan, la giunta regionale da me presieduta assegna 35 milioni per la ristrutturazione dell’ex manicomio di Teramo, affinché possa diventare una Cittadella della Cultura. Elaborata la progettazione, subentrano i marsiliesi e tutto si ferma: la Regione Abruzzo targata centrodestra non solo non utilizza quei fondi, ma li storna per l’emergenza Covid. Poi, il nulla – a sottolinearlo l’onorevole Luciano D’Alfonso – E siamo a qualche giorno fa: la Meloni viene a L’Aquila a fare la sua sceneggiata sui fondi FSC, fingendo di regalare alla Regione ciò che era già di pertinenza dell’ente. Si scopre così che c’è stato un reintegro, ma soltanto parziale: 20 milioni a fronte degli almeno 35 necessari. E il resto? Non si sa. Sembra però che i soliti quattro gatti teramani stiano attivamente giocando al Superenalotto, nella speranza di poter vincere i 15 milioni mancanti. Si tratta dell’ennesimo episodio che dimostra quanto siano asini e cialtroni gli esponenti dell’attuale maggioranza regionale. La domanda è: dove sono i politici locali curvati alla superficialità del casuale romano? Perché non protestano avverso questa spoliazione abbattutasi sulla città che dovrebbero o vorrebbero rappresentare? Attendiamo fiduciosi una risposta, possibilmente prima del 10 marzo”.