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Teramo

Rete ospedaliera, Rossi (FdI): “Pepe e Mariani dimenticano di cosa hanno fatto loro?”

Per Marilena Rossi non ci sarà nessun declassamento per la provincia di Teramo

Sayonara Tortoreto

“I consiglieri regionali Pepe e Mariani si sono svegliati dal profondo torpore in cui erano rimasti finora. Un torpore che ha fatto dimenticare loro la chiusura del punto nascita di Atri o il declassamento del reparto di Neurochirurgia di Teramo o ancora il progetto di realizzare l’ospedale unico provinciale a Mosciano”.

A dirlo Marilena Rossi, presidente provinciale Fratelli d’Italia di Teramo.

“Tutti prodotti, questi, della giunta regionale targata Luciano D’Alfonso.  E’ toccato a questa amministrazione regionale guidata dal presidente Marco Marsilio bloccare, dove ancora si poteva, questi scellerati progetti. E così la Neurochirurgia del Mazzini esiste ancora, con specializzazione nella colonna, e l’ospedale nuovo si farà a Teramo. Ma veniamo al piano di reingegnerizzazione della rete ospedaliera, che tiene conto di parametri stabiliti e della morfologia del territorio. Nessuna penalizzazione è stata fatta. Rispetto al 2016 l’attuale piano di reingegnerizzazione della rete ospedaliera dispone un aumento dei posti letto per la Asl di Teramo sia per acuti che post acuti (cioè riabilitazione e lungodegenza). Ad esempio nel precedente piano il totale dei posti letto per acuti era 883, ora è 952. I due consiglieri regionali, ma anche su alcuni punti il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, continuano a diffondere notizie false o fortemente imprecise. Non c’è alcun declassamento, come sostengono i due consiglieri regionali, per le Malattie infettive, non c’è alcun declassamento, come loro sostengono, del reparto di  Medicina Nucleare”.

E ancora: “A margine è appena il caso di ribadire che non è vero, come loro sostengono, che alcuni reparti non hanno autonomia gestionale: ognuno ha un proprio budget e autonomia gestionale come prevede la legge, hanno personale medico, infermieristico e amministrativo. E non ha senso, come sostenuto per l’ospedale di Sant’Omero, temere che la mancata effettuazione di un concorso pubblico da direttore di Unità operativa complessa sia pregiudizievole rispetto alla qualità di prestazioni offerte dal reparto”.

Facciamo l’esempio del reparto di Ostetricia e Ginecologia di Sant’Omero, che sta vivendo un  periodo di intensa attività grazie anche al fatto che l’organico medico è composto da ben dieci ginecologi più il primario. Tutto questo consente di incrementare l’attività chirurgica e più in generale l’assistenza alla donna. Il progetto che vede coinvolte le unità operative di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Teramo e Sant’Omero è possibile proprio perchè sono strettamente interdipendenti. La produzione è in costante aumento: il presidio ospedaliero di Sant’Omero svolge e svolgerà un ruolo di fondamentale importanza all’interno del dipartimento materno infantile. Il nuovo piano peraltro prevede per la Asl di Teramo anche un aumento di unità operative, al contrario di quello che sostengono i sigg.  Mariani e Pepe: l’ospedale di Teramo, cioè l’ospedale Hub, ha avuto 3 Unità operative complesse in più (Neurochirurgia, Radiologia interventistica e Fisica Sanitaria). Soprattutto riguardo alle prime due, quanto disposto dal piano ha una doppia valenza. Da una parte sono indispensabili perché l’ospedale di Teramo possa ambire a diventare Dea di II livello. Dall’altra rappresentano un presidio importante per la cura dei teramani”.

E ancora: “Con l’aumento di Unità operative semplici dipartimentali e Unità operative semplici (in totale sono diventate 80 rispetto a 52 del 2016) di particolare rilievo è l’attribuzione di una Unità operativa semplice di Terapia Intensiva Neonatale. E sono totalmente infondati i dubbi che ribadiscono a ogni piè sospinto D’Alberto, Pepe e Mariani che la T.I.N.  teramana non sia in rete con le altre Terapie Intensive Neonatali della regione Abruzzo: ciò è ribadito a chiare lettere a pagina 29 del piano. L’istituzione della Terapia Intensiva Neonatale  rende a pieno titolo idonea l’azienda sanitaria teramana alla candidatura per un Dea di II livello. Basta a  diffondere notizie infondate. Bisogna smetterla di sostenere che la Asl di Teramo non avrà la Terapia Intensiva Neonatale. Per quanto riguarda l’Oculistica di Atri è totalmente in sicurezza: funziona regolarmente e funzionerà come sempre. Nessuna promessa vana di investimenti sull’ospedale di Atri, poi, come sostengono i due consiglieri.  Le cifre parlano chiaro:  sia per le opere edilizie sia per  le attrezzature nel triennio 2020/2023 la Asl di Teramo ha speso o programmato quasi 6.5 milioni di investimenti sul Presidio di Atri. E’ stata già acquistata ed è in funzione una nuova Tac, è stata appena acquistata una risonanza magnetica da 1,5 Tesla che entrerà in funzione quando saranno eseguite le opere murarie per accoglierla. Infine un invito all’opposizione: capiamo che la campagna regionale incalza, ma da qui a sostenere forti imprecisioni per indurre timori e disorientamento nella popolazione è eticamente inaccettabile.  I consiglieri Pepe e Mariani vorrebbero lavarsi la faccia raccontando menzogne sul piano di riordino, piano tra l’altro che non hanno mai avuto il coraggio di attuare, nonostante abbiano apportato tagli e stralci senza un criterio logico alla sanità teramana. Soliti comportamenti da campagna elettorale, soliti metodi della sinistra ma stavolta racconteremo una storia diversa. Marco Marsilio sarà riconfermato Presidente per il bene dell’Abruzzo. Per il resto, per le ultime polemiche e il confronto tra l’operato di Marsilio e il non operato di D’Alfonso, a Pepe e Mariani, citandoli, chiediamo: “D’Alfonso chi?”.

 

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