Alle 2.30 di notte del 29 dicembre scorso, durante il Consiglio Regionale sulla legge di Stabilità, cinque consiglieri regionali (di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia) hanno improvvisamente presentato e fatto votare un emendamento che ha praticamente cancellato in un lampo la Riserva Naturale del Borsacchio.
Si è infatti passati da 1100 ettari ad appena 24, con un taglio del 98% della preziosa Riserva.
“Questo folle emendamento, approvato con un vero e proprio blitz dalla maggioranza di destra, non era stato presentato a nessuna associazione, a nessun esponente del territorio interessato, a nessuna commissione, e non è stato neanche discusso in aula. 1076 ettari di riserva cancellati in un minuto della tarda notte”, è il commento di Paolo Forlì co-portavoce provinciale di Europa Verde.
“Oltre a noi di Europa verde, tutte le associazioni che da anni difendono il territorio – in primis le Guide del Borsacchio – il Comune di Roseto, molti partiti e tantissimi cittadini hanno da subito manifestato il proprio dissenso, e ci si sta organizzando affinché si blocchi subito questa vergogna, si ripristini il perimetro e si approvi, finalmente, Il PAN (Piano di Assetto Naturalistico).
Ieri si è tenuta a Pescara la prima conferenza stampa delle associazioni Guide del Borsacchio, Legambiente Abruzzo, Mountain Wilderness e WWF Abruzzo, per illustrare le prime iniziative per contrastare la scelta scellerata della Regione Abruzzo guidata da Marco Marsilio.
Per sabato 6 e domenica 7 gennaio, poi, è previsto a Roseto degli Abruzzi un incontro di tutte le associazioni, con le quali inizieremo una raccolta firme su una petizione: chiedere alla Regione di promulgare SUBITO una nuova legge che cancelli l’emendamento notturno taglia-riserva e ripristini i confini originari.
Le ragioni del centro destra, illustrate in un video dal consigliere eletto con la Lega Emiliano Di Matteo, difendono l’indifendibile: una serie di alibi e fake news che ci limitiamo a illustrarvi e che analizziamo, per dimostrare la loro infondatezza.
1. “Il perimetro della Riserva è stato riportato a quello originario di 35 ettari”.
FALSO.
La Riserva Regionale del Borsacchio è nata da una lunga battaglia per impedire la cementificazione di una zona costiera e di una fascia collinare rimaste quasi integre. Una prima richiesta di tutela fu avanzata dalle associazioni ambientaliste all’inizio degli anni 2000, ma il primo vero progetto di legge per la riserva fu presentato il 7 luglio 2004 sottoscritto da 17 consiglieri regionali di tutti gli schieramenti e prevedeva un perimetro di oltre 1.000 ettari.
Dopo mesi di discussione, la Riserva fu poi effettivamente istituita con la Legge regionale di bilancio n. 6/2005 e poi legge regionale 11/2006.
2. “Abbiamo dato seguito alle richieste di centinaia e centinaia di agricoltori e operatori economici locali”.
FALSO.
Chi sono questi agricoltori e operatori economici locali? Quando sono stati sentiti su questo emendamento? Quando sono state fatte le audizioni nelle competenti commissioni del Consiglio regionale? E perché sarebbero stati ascoltati solo loro e non tutti gli altri portatori d’interesse?
Ma la cosa più grave e illegittima è che non sono stati neppure ascoltati i rappresentanti degli enti locali, Provincia e soprattutto Comune. Il Comune di Roseto degli Abruzzi, come evidenziato dal Sindaco Mario Nugnes in svariate dichiarazioni, non è stato neppure informato del taglio della Riserva. In pratica la Regione ha totalmente ignorato il Comune e i rappresentanti democraticamente eletti dai cittadini rosetani per decidere sulla base di una richiesta dei loro “amici” priva di qualsiasi documento tecnico-scientifico di analisi della reale situazione ambientale.
Questa dichiarazione vorrebbe lasciar intendere che oggi sia vietato coltivare la terra nella Riserva; i consiglieri regionali dovrebbero sapere che non esiste alcun vincolo normativo generale che vieta l’esercizio di attività legate all’agricoltura e all’allevamento nelle aree naturali protette.
Non vi è alcun blocco delle attività degli operatori agricoli. Oggi l’agricoltura può e deve dare un contributo fondamentale alla società nella tutela degli ecosistemi e nel contrasto dei cambiamenti climatici e di altre gravi emergenze ambientali del nostro Paese (desertificazione, inquinamento delle acque, erosione genetica, assetto idrogeologico).
Un’agricoltura già all’opera, praticata da molti agricoltori, attenti ai processi naturali e alla complessità e specificità locale degli ecosistemi e capaci di innovare, sperimentando nuove tecnologie e anche attingendo agli antichi saperi della cultura rurale.
Un’agricoltura che trova forza e dimensione proprio dentro le aree protette, veri e propri laboratori di sostenibilità. Ed è sufficiente farsi un giro nella Riserva del Borsacchio come in qualsiasi altra riserva regionale abruzzese per vedere che l’agricoltura non solo è tranquillamente praticata ovunque ma necessita sempre più di sostenibilità ambientale.
In tutto questo dal Vicepresidente regionale, nonché assessore alle aree protette e all’agricoltura, Emanuele Imprudente, solo silenzio.
Come si può dare fiducia ad un centro destra che si permette di cancellare un patrimonio di tutti, di offendere la dignità di un popolo, di dichiarare il falso senza alcun timore di poterlo fare?