Roseto. Una delegazione delle associazioni Le Guide del Borsacchio e WWF Teramo, composta da Marco Borgatti, Dante Caserta e Fabio Celommi, ha incontrato presso il Palazzo di governo il Prefetto di Teramo Fabrizio Stelo.
L’incontro, richiesto nei giorni scorsi dalle associazioni, ha avuto come tema la situazione della Riserva naturale regionale del Borsacchio. In particolare, le associazioni hanno voluto richiamare l’attenzione del Prefetto sulla mancanza di controllo all’interno della Riserva. A causa dell’assenza del Comitato di gestione, infatti, la Riserva – a differenza delle altre riserve regionali gestite – è priva di qualsiasi attività di conservazione e promozione da parte delle istituzioni competenti (Regione e Comune). Nonostante questo, grazie al lavoro dei volontari, da anni vengono svolte sia attività di promozione (escursioni, visite guidate, laboratori di educazione ambientale con le scuole, giornate di pulizia), che attività di conservazione (monitoraggio lupo, Progetto Salvafratino Abruzzo per la protezione del Fratino e del suo habitat).
Nel corso di queste attività, WWF e Guide del Borsacchio, senza contributi economici pubblici, da anni posizionano cartelloni che illustrano le caratteristiche floro-faunistiche dell’area. Tali cartelloni sono però oggetto di continui atti vandalici ripetuti decine di volte. Ogni qual volta i volontari, con il proprio lavoro e a proprie spese, riposizionano la cartellonistica abbattuta, questa viene nuovamente distrutta. I percorsi ciclopedonali esistenti sono poi spesso percorsi, nonostante il divieto, da mezzi automobilistici che vengono parcheggiati persino a ridosso del tratto di litorale che ricade nella Riserva. Continua è poi la presenza di cani lasciati liberi senza controllo da parte dei proprietari anche durante la fase riproduttiva del Fratino, nonostante tale comportamento sia vietato perché fortemente dannoso per le uova e i piccoli. Del resto l’area del Fratino, delimitata all’interno della Riserva, è stata anch’essa oggetto di numerosi atti vandalici che hanno comportato la distruzione delle uova della specie protetta.
Si tratta di azioni dannose per l’ecosistema, ma anche pericolose per gli stessi volontari che più volte si sono trovati a fronteggiare persone che, richiamate per comportamenti scorretti, hanno mostrato atteggiamenti aggressivi e solo grazie al senso di responsabilità dei volontari si sono evitati danni più gravi.
Il Prefetto ha ascoltato con attenzione, informandosi nel dettaglio e mostrando grande sensibilità.
Con l’occasione le associazioni hanno anche fatto il punto sull’iter della Riserva che, istituita nel 2005, ancora oggi è priva degli strumenti di pianificazione (Piano di Assetto Naturalistico) e di gestione (Comitato di gestione).
L’area protetta è stata interessata da diverse modifiche nel suo perimetro, l’ultima delle quali risale al dicembre 2023 e ha comportato la sua riduzione da 1.148 a 24 ettari: una riduzione del 98% attuata attraverso una procedura che, come è noto, è stata attenzionata prima dai Ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali e successivamente dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, tanto che, per evitare il rinvio alla Corte costituzionale della legge taglia-riserva, la Regione Abruzzo ha “congelato” gli effetti del taglio garantendo che si sarebbe proceduto ad una nuova revisione dei confini della Riserva attualmente in discussione in Commissione ambiente del Consiglio regionale.