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Teramo

Roseto, aumento delle tariffe dei buoni pasto: “amministrazione colpisce le famiglie più deboli”

lOCATELLI

Roseto degli Abruzzi. Con un comunicato scarno e privo di spiegazioni concrete, l’amministrazione comunale ha annunciato un aumento indiscriminato delle tariffe dei buoni pasto per i bambini della scuola primaria a tempo pieno.

Una decisione che colpisce direttamente le famiglie, già provate dal caro vita, e che dimostra ancora una volta l’approssimazione e l’insensibilità di questa giunta.

La giustificazione? L’incremento del 40% delle classi a tempo pieno, che avrebbe portato a una revisione del contratto con la ditta della mensa con un aumento del 47%, al limite della normativa vigente. Se il rialzo avesse superato il 50%, il Comune sarebbe stato obbligato a rescindere il contratto e a indire una nuova gara. Ma, invece di trovare soluzioni alternative, l’amministrazione ha scelto la strada più semplice: scaricare il costo sulle famiglie, senza alcun criterio di equità.

Ancora più inaccettabili le dichiarazioni dell’assessore Luciani, che, in un audio che sta passando velocemente di chat in chat, ha avuto il coraggio di definire “privilegiati” i genitori dei bambini che frequentano il tempo pieno, perché risparmierebbero su altre spese di accudimento.

Un’affermazione che denota non solo insensibilità, ma anche una totale mancanza di conoscenza della realtà scolastica: il tempo pieno non è una scelta delle famiglie, ma una condizione imposta dall’organizzazione scolastica.

Il tempo pieno esiste in Europa da decenni, è un modello scolastico completo ed estremamente formativo, non un privilegio. È un tentativo di evolvere l’istruzione, offrendo pari opportunità a tutti gli studenti e facilitando la conciliazione tra vita lavorativa e familiare. Sostenere che sia un vantaggio ingiustificato significa ignorare il progresso educativo e sociale, e voler riportare indietro la scuola a un sistema superato e meno inclusivo.

La decisione più grave, tuttavia, è l’abolizione delle quattro fasce ISEE che fino ad oggi garantivano un criterio di progressività nelle tariffe. Con questa scelta scellerata, le famiglie meno abbienti si troveranno ad affrontare un aumento che a fine anno arriverà a circa 300 euro, mentre quelle con redditi più alti subiranno un rincaro molto più contenuto di circa 110 euro.

A rendere tutto ancora più incomprensibile è il fatto che l’aumento dichiarato per il servizio mensa si attesta intorno al 6,8%: una discrepanza enorme rispetto agli aumenti imposti alle famiglie, che fa sorgere pesanti dubbi sulla trasparenza di questi calcoli.

Infine, questa scelta potrebbe avere conseguenze ancora più gravi: molte famiglie in difficoltà potrebbero essere costrette a spostare i propri figli in plessi dove non si paga la mensa, con il rischio di squilibri organizzativi e problemi per il personale scolastico.

Sappiamo che è previsto un incontro tra l’amministrazione e i genitori. Non abbiamo grandi aspettative, ma ci auguriamo che, in un sussulto di dignità, questa giunta abbia il coraggio di tornare sui propri passi. Ogni giorno che passa, i cittadini di Roseto vedono con maggiore chiarezza l’incapacità di questa amministrazione, sempre forte con i deboli e debole con i forti. Il tempo delle scuse è finito: i rosetani meritano di meglio, e presto sceglieranno di mandarli a casa.

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