Roseto, festa del sociale. In Abruzzo spesa passata da 73 a 92 euro VIDEO
L'assessore Quaresimale ha presentato le varie attività
Roseto. “In Abruzzo nessuno deve rimanere indietro, nessuno deve essere escluso, per la sua disabilità, per la sua condizione di fragilità e in questi anni, segnati dalla pandemia e dalle ripercussioni economiche, la Regione Abruzzo ha fatto la sua parte, con la spesa sociale pro capite passata da 73,2 a 92,8 euro per i servizi sociali, con l’approvazione epocale del Piano sociale regionale, dopo un grande lavoro di ascolto, per i 450 milioni che saranno disponibili nei prossimi anni, un budget che non abbiamo mai avuto, e che ci consente di guardare al futuro con fiducia”.
Queste le parole di Pietro Quaresimale, assessore regionale con delega al Sociale, nel concludere i lavori dell’evento “Festa del Sociale: bilancio e prospettive future dell’azione della Regione Abruzzo a sostegno dei più fragili”, che si è svolto oggi pomeriggio all’Hotel Roses a Roseto degli Abruzzi (Teramo), alla presenza dei rappresentanti dell’associazionismo e del terzo settore, convenuti per confrontarsi e discutere sullo stato dell’arte delle politiche sociali in Abruzzo, e per individuare insieme le priorità su cui focalizzare risorse economiche e strumenti normativi.
Ad intervenire, oltre all’assessore quaresimale, i funzionari del Servizio programmazione sociale del Dipartimento Lavoro e sociale, Salvatore Gizzi e Marzio Maria Cimini, e il referente dell’assistenza tecnica per il Piano sociale regionale, Massimiliano Esposito.
“Il piano sociale – ha detto ancora Quaresimale – ha rappresentato un’autentica svolta, un lavoro corale e davvero inclusivo, frutto di un lungo percorso di ascolto. E anche per questo siamo riusciti ad accrescere e finalizzare al meglio il budget per le politiche sociali, come mai avvenuto prima, a favore dei caregiver, ad esempio, ovvero quelle persone che devono assistere familiari con gravi disabilità, fronte sul quale non ci fermeremo, perchè in sede di conferenza Stato-Regioni, ci stiamo battendo per garantire loro anche i trattamenti previdenziali. In passato ci sono state risorse irrisorie anche per le politiche di contrasto alla violenza di genere, per l’autismo, per i progetti della Vita indipendente, volti a far uscire dall’isolamento e a favore dell’integrazione. Oggi possiamo dire di poter raccontare tutt’altra storia”.
Sono state dunque riassunte tutte le misure messe in campo in questi anni e relative disponibilità economica: i 15,5 milioni di euro per il progetto “Abruzzo include”, con tutti i progetti ammessi a finanziamento, i 10,5 milioni alle Aziende pubbliche di servizi alla persona (Asp), per le attività poste in essere durante l’emergenza pandemica, gli 1,6 milioni di euro per i progetti del terzo settore, i 10,7 milioni di euro di bonus famiglia erogati in questi anni con 18.500 contributi per un importo medio a nucleo familiare di 586 euro circa.
E ancora 7,2 milioni per il “Dopo di noi” ovvero per l’assistenza alle persone con disabilità grave e prive del sostegno familiare, i 900mila euro di sostegno alimentare per le persone indigenti, i 9,5 milioni di euro con avviso in uscita nel 2024 per la povertà educativa minorile, gli 8 milioni di euro per il “Diritto alla vita indipendente”, relativa alla annualità 2022-2023 con tutte le istanze soddisfatte, i 4,2 milioni di euro per il “Caregiver familiare”, e i 3,1 milioni di euro per i caregiver che assistono minori disabili con malattia rara, tramite un avviso diretto della Regione Abruzzo.
Infine contributi a famiglie con malati oncologici, con budget di 100.000 euro all’anno, i 2,1 milioni di euro del fondo dedicato all’autismo, i 2 milioni di euro per il contrasto alla violenza di genere, come fondi aggiuntivi alle normali risorse annuali, per il potenziamento dell’attività dei 13 centri antiviolenza e delle sette Case di rifugio in Abruzzo, i 600.000 euro per l’app AppMeTe, contro la violenza di genere, la prima in Italia.
Massimiliano Esposito ha spiegato che “l’approvazione del Piano sociale ha comportato un lavoro durato un anno e mezzo, con un costante confronto e dialogo con una cabina di regia costituita da 63 portatori di interesse, e ci ha portato a razionalizzare il sistema con 24 ambiti sociali e sette assi tematici, la definizione dei livelli minimi di prestazione sociale. Sono stati raccolti tutti i suggerimenti della cabina di regia, e non era scontato. Un piano valutato positivamente anche dall’Agenas”.
Cimini ha affrontato in particolare il tema delle politiche giovanili e quello delle politiche di invecchiamento attivo: “Parlare di futuro significa parlare di giovani, soprattutto in una regione che vive, specie nelle aree interne, una crisi demografica. Strumento fondamentale è stato il bando ‘Abruzzo giovani’, per favorire il protagonismo dei giovani, e nel 2021 tutti e 24 gli ambiti hanno partecipato e hanno avuto finanziati i loro progetti, con 556 mila euro, ora abbiamo un budget ancora superiore di 713 mila euro per il 2023. Per quanto riguarda l’invecchiamento attivo, siamo tra le prime Regioni che hanno approvato una legge regionale ad hoc, che ora viene finanziata per favorire attività ricreative e associative, di during long learning”.
Infine Salvatore Gizzi ha focalizzato l’attenzione sul terzo settore, sottolineando che “la recente riforma ha imposto un cambio di passo amministrativo alle associazioni con diritti ed obblighi. Il Terzo settore nel contesto sociale è strategico ed il Registro nazionale del terzo settore assicura criteri uniformi e trasparenza sia per il cittadino sia per gli enti ed istituzioni che grazie ad istituti, quali la co-programmazione e la co-progettazione, hanno a disposizione una lettura più ampia ed integrata dei bisogni sociali. La Regione Abruzzo conta oggi oltre 1.700 associazioni in trasmigrazione dai soppressi registri regionali e reti nazionali, nonché oltre 650 associazioni neo iscritte”.
Infine grandi emozioni con lo spettacolo Fuori posto” ideato dal cantautore teramano Luca Strappelli, con protagonisti persone che semplicemente hanno messo in scena se stesse, e le loro storie di discriminazione per la loro disabilità, gusti sessuali, di bullismo, di body shaming, ma soprattutto la loro forza e capacità di reagire.