Roseto, opposizione incalza: l’annullamento del regolamento rischia di avere gravi conseguenze
“La nullità del Regolamento del Consiglio comunale decretata dal TAR Abruzzo rischia di avere pesanti ricadute sugli atti approvati illegittimamente nell’ultimo anno danneggiando anche economicamente cittadini e imprenditori che avrebbero beneficiato delle deliberazioni assunte a livello consiliare” è quanto precisano all’apertura della conferenza stampa i due consiglieri comunali di Roseto degli Abruzzi, Ginoble e Di Giuseppe.
I giudici amministrativi hanno prodotto una sentenza dai toni ferrei ed inequivocabili, che solo l’amministrazione Nugnes, nelle figure del sindaco e del presidente del Consiglio Recchiuti, ha tentato di minimizzare con incompetenza, presunzione e arroganza.
Un ricorso promosso per la tutela delle prerogative dei Consiglieri comunali e della democrazia calpestati dall’amministrazione dei selfie, dei video, delle passerelle a ciclo continuo.
“La situazione è chiara: tutte le deliberazioni successive a quella del Regolamento, prime fra tutte quelle in materia di urbanistica, potranno essere impugnate da chiunque per chiedere ed ottenerne l’annullamento” prosegue la nota.
“Il consigliere Pavone, prima socialista, poi sindaco con il centrodestra, poi civico, adesso con Azione nel centrosinistra in una maggioranza priva di dimestichezza con l’attività consiliare, è incappato in un errore da principiante quando ha pensato che fosse sufficiente stravolgere le regole della seduta dell’assise civica per chiudere la bocca alla minoranza. Uno scivolone non di poco conto per un ex sindaco oggi addirittura in corsa per assicurarsi un posto nel prossimo Consiglio regionale.
Dal canto suo, il sindaco Nugnes ha fornito l’ennesima prova dell’inadeguatezza a ricoprire il ruolo di primo cittadino, dell’incapacità di saper unire piuttosto che dividere e del saper spegnere i toni invece che accenderli, favorendo l’inasprimento dello scontro in aula tra le parti. Sconvolge leggere l’appello del sindaco Nugnes che invoca una diversa «sensibilità» dei giudici. Ci spieghi, ora, cosa intende per diversa sensibilità? Ritiene il sindaco che i tribunali debbano valutare in base alla sensibilità e non secondo legge? Un’affermazione grave, che assume un peso ancor più consistente in quanto pronunciata dalla più alta carica comunale” continuano Ginoble e Di Giuseppe.
“Non possiamo inoltre non menzionare la presidente del Consiglio, Gabriella Recchiuti, sulla cui testa pesano ben due sentenze del Tribunale Amministrativo per cattiva gestione delle sedute consiliari. Se il TAR ha annullato il Regolamento, perché adottato in situazione di eccesso di potere da parte della Recchiuti, non ci resta che chiedere che si faccia carico personalmente degli onerosi costi legali di questi ricorsi, che altrimenti pagherebbero tutti i cittadini, nonché le dimissioni immediate: un atto dovuto verso i rosetani, sulle cui tasche gravano le spese sostenute per difendere l’indifendibile ad ogni costo, e verso i consiglieri comunali, non tutelati da un presidente che non è né super partes né garante della democrazia” concludono Ginoble e Di Giuseppe.