Sant’Omero. Il provvedimento regionale ha in parte ridotto le difficoltà per i malati cronici che si curano fuori regione e che poi devono procurarsi i farmaci in Abruzzo e comunque attraverso il servizio sanitario.
Difficoltà che però non sono del tutto risolte e i disagi per i malati restano, anche perché come gli stessi fanno rilevare, la necessità di risparmiare a tutti i costi prevede disagi per i pazienti, già alle prese con malattie croniche.
A raccontare l’esperienza è Genny Rossi, referente regionale di Aira Odv, testimone diretta di quelle che sono le difficoltà che potrebbero essere appianate solo con un pizzico di organizzazione in più. A volte di buon senso.
Il racconto
“Mi sono recata all’ospedale di Sant’Omero per ritirare il farmaco che faccio ormai da anni, ma questa volta sperimento la nuova procedura che si è inventata la Regione Abruzzo.
Arrivo alle 11:30, anche se l’ufficio che da qualche mese fa le ricette per chi ha un piano terapeutico che arriva da fuori regione, apre alle 12 30 e rimane aperto fino alle 13.30
Meglio aspettare prima e fare subito.
Dopo di me altre quindici persone e così via via si riempie la sala d’attesa.
Esce un infermiere molto simpatico che tenta di sdrammatizzare e ci avvisa che si farà tardi perché la dottoressa sta facendo le visite in reparto.
Scompare e ricompare poco dopo, per dirci che nel frattempo, dobbiamo convalidare la ricetta (fatta dal medico di base) sotto al CUP.
Andiamo sotto e torniamo al terzo piano e di nuovo aspettiamo.
Finalmente arriva la dottoressa, e tra lamentele e procedure nuove a lei sconosciute, abbiamo la ricetta per prelevare il farmaco.
Sotto in farmacia sono speciali, da sempre.
L’infermiera e la dottoressa aspettano nonostante la farmacia fosse ormai chiusa al pubblico, col sorriso e con tanta pazienza, e ci dicono che le procedure cambiano ogni giorno.
Mi faccio prestare una mattonella del ghiaccio nuova, perché la mia ormai scalda invece di raffreddare, me ne vado, ringrazio come sempre.
Prendo la macchina rovente e riparto.
Sono le 13.30.
Siamo vittime di un sistema che non funziona da tanto tempo, eppure nessuno fa niente.
Siamo capaci di ribellarci per meno, eppure per le cose importanti siamo tutti rassegnati.
La regione Abruzzo, l’unica responsabile di questi disservizi, non ha mai fatto niente per migliorare la situazione.
L’infermiere che ci stava istruendo, ci ha pregato di dire ai medici di base cosa scrivere sulle ricette, prima di recarci in ospedale, perché arrivano sbagliate e piene di errori.
Cioè io paziente devo dire al medico di base cosa scrivere sulle ricette? È una vergogna che non sappiano cosa scrivere, le procedure esistono”.