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Teramo

Teramo, agente presa a testate da una detenuta: la vicenda

Teramo. Agente di polizia penitenziaria presa a testate da una detenuta psichiatrica. L’episodio si è verificato nella giornata di ieri, 17 ottobre, e l’agente donna è stata medicata al pronto soccorso e poi dimessa con una prognosi di 8 giorni.

A renderlo noto è il Sinappe.

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“Il dato che allarma” si legge nella nota, “è che la detenuta in questione sarebbe stata dimessa proprio da pochi giorni dall’ospedale, ove era stata accompagnata a causa delle patologie psichiatriche che la affliggono.
Il rientro in istituto, considerata le peculiarità dell’ambiente detentivo e il contatto obbligato con una moltitudine di persone, dovrebbe essere maggiormente attenzionato nella valutazione dei sanitari che dispongono le dimissioni, soprattutto quando sono coinvolti detenuti psichiatrici o comunque vulnerabili, in chiave sinergica per salvaguardare la sicurezza anche degli altri detenuti e del personale in divisa.

La segreteria provinciale del Sinappe è costretta ancora una volta a chiedere che vengano adottati immediati provvedimenti dai vertici dell’amministrazione penitenziaria al fine della costruzione di più REMS dove collocare soggetti affetti da malattie psichiatriche.
Esprimiamo vicinanza e solidarietà alla collega, ennesima vittima di un sistema penitenziario che sembra aver abbandonato da tempo gli uomini in divisa”.

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Lega Abruzzo. “L’ennesimo episodio di violenza subito da un’agente di polizia penitenziaria femminile di Teramo ad opera di una detenuta, trasferita da Roma, ripropone con forza il problema della ingiusta sudditanza del sistema carcerario abruzzese e molisano dal Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria del Lazio. Nonostante le proteste e i sit-in messi in atto dalle sigle sindacali di categoria di Abruzzo e Molise, il riconoscimento all’Abruzzo e al Molise ad avere un proprio Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria, è ancora un’utopia”. Così Andrea Scordella, responsabile del Dipartimento Sicurezza Lega Abruzzo.

“Nel frattempo – sottolinea – la situazione negli 8 penitenziari d’Abruzzo, 7 dei quali dichiarati “di massima sicurezza” e uno esclusivamente “41 bis”, e nei 3 del Molise la situazione si aggrava ogni giorno di più per via dei problemi comuni a tutti gli istituti di pena d’Italia dove la carenza di personale e la inadeguatezza delle strutture sono ormai un fenomeno diffuso. Ad essi si aggiunge l’insana abitudine del Provveditorato del Lazio di trasferire in Abruzzo e Molise gli ospiti a loro non graditi e pericolosi. A questo punto, ritengo che gli organi politici della Regione non possano più rimanere indifferenti di fronte ad una situazione diventata insopportabile e si facciano promotori di un incisivo quanto tempestivo intervento presso il ministero della Giustizia per chiedere con forza la modifica del DPCM n. 84/2015 e l’istituzione, come è avvenuto in Umbria, del Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria Abruzzo e Molise che comprenda 11 penitenziari, una scuola di formazione per il personale e una sede provveditoriale a Pescara. Si tratterebbe, oltretutto, – spiega Scordella – di una ragionevole soluzione basata sui fattori di funzionalità, razionalità ed economicità che dovrebbero essere alla base dei futuri assetti dell’Amministrazione Penitenziaria. Invito, come responsabile regionale Giustizia della Lega, le sigle sindacali di categoria e il governo regionale ad unire le loro forze e il loro peso politico per affrontare e vincere questa grande e dura battaglia da combattere insieme ai loro colleghi del Molise”.

 

 

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