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Teramo

D’Alberto in commissione sanità: “La rete ospedaliera penalizza Teramo”

La riorganizzazione non prevede neanche la mancata terapia intensiva neonatale al Mazzini. Polemiche anche dal consigliere regionale Pepe

“Il piano della rete ospedaliera regionale altro non è che un atto che da un lato sembra fotografare e cristallizzare l’esistente senza decidere, e dall’altro, in realtà, crea di fatto già le condizioni per attribuire gli ospedali di secondo livello a L’Aquila e Pescara, indebolendo fortemente Teramo e l’assetto sanitario della provincia. Una città e una provincia che ancora una volta vengono trattate come figlie di un dio minore, con la Regione che rimanda e scarica su un organismo tecnico, quale l’Agenzia sanitaria regionale, decisioni che in realtà sono già state prese”.

Così il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, che ieri pomeriggio è stato audito in Commissione sanità alla Regione Abruzzo. Un’audizione nel corso della quale il primo cittadino ha rilevato come nel piano non vi sia traccia degli impegni e delle rassicurazioni avute dagli organi regionali in merito a un rafforzamento della rete in provincia di Teramo.

Nel suo intervento il primo cittadino ha espresso la sua contrarietà al piano, elencando  quelle che ritiene le principali criticità del documento: dall’individuazione delle funzioni di secondo livello per Teramo solo per la rete delle emergenze cardiologiche alla “irragionevole mancata assegnazione della terapia intensiva neonatale al Mazzini”, presente invece negli altri tre presidi dei capoluoghi di provincia, fino alla decisione di allocare le centrali del 118 a L’Aquila e Pescara.

“Teramo, essendo l’unica provincia che non ha sanità privata, viene inoltre penalizzata in termini di distribuzione di posti letto. Una distribuzione totalmente irragionevole, che vede il nostro territorio con la percentuale decisamente più bassa rispetto al parametro normativo e alle altre province – sottolinea D’Alberto – inoltre ci preoccupa il depotenziamento lineare dei tre presidi di Giulianova, Sant’Omero e Atri e la soppressione di diverse unità operative complesse, senza puntare sulle vocazioni specifiche”.

“Di fatto – prosegue il sindaco  – oggi i quattro ospedali dei quattro comuni capoluogo di provincia hanno condizioni di partenza differenziate, con una scelta politica chiara adottata nel piano, con Teramo ancora una volta penalizzata e privata di un futuro sanitario degno della sua storia. E questo ci preoccupa ancor di più in prospettiva. Perché così si creano le condizioni per non avere sul territorio quell’ospedale di secondo livello che il Consiglio comunale ha chiesto con forza, anche nell’ultima seduta dedicata al nuovo presidio e alla quale era presente anche l’assessore regionale alla sanità Nicoletta Veri. Il piano va rivisto e riequilibrato restituendo dignità e ruolo alla sanità teramana e va fatto ora, in questa fase in cui si discute sul piano politico ed istituzionale della sanità regionale e non in un confronto con un organo tecnico, privo di responsabilità nei confronti dei cittadini e oggetto di direttive precise che fingono di spostare nel tempo decisioni già prese”.

DINO PEPE: “DAREMO BATTAGLIA”

“Due aspetti sono apparsi chiari sin dall’inizio e dai primi interventi: da un lato lo scarso rispetto istituzionale di una governance regionale che ieri ha ritenuto non necessaria la presenza né degli organi politici, Marsilio e Veri, né degli organi tecnici del dipartimento sanità; dall’altro i malumori di chi, giustamente, dopo i toni trionfalistici che annunciavano la fine del commissariamento in materia sanitaria per il nostro Abruzzo, si sarebbero aspettati una rete sanitaria che implementasse i servizi sul territorio, ed invece hanno dovuto fare i conti con tagli e scelte politiche miopi: è stato il caso dei Sindaci di Teramo, Tagliacozzo, Casoli, Atri e tanti altri”, ha commentato il consigliere regionale Dino Pepe.

“Nel giro di pochi giorni il Presidente Marsilio ha dimostrato la scarsa attenzione e lo scarso rispetto che nutre per i cittadini abruzzesi: dopo l’assenza nel Consiglio straordinario sull’agricoltura, per far fronte all’emergenza che quotidianamente vivono gli operatori del settore, ha ritenuto di poter saltare anche la discussione e il confronto sulla rete sanitaria regionale con i Sindaci dei nostri territori, a cui va tutta la mia personale solidarietà, e che ieri hanno espresso tutte le preoccupazioni delle proprie comunità. Abbiamo più volte ribadito la nostra contrarietà ad una rete sanitaria che, sebbene venga presentata come una cristallizzazione dell’esistente, rappresenta un’umiliazione per il nostro territorio provinciale a vantaggio di altri territori” continua il Consigliere Pepe.

Ma preoccupano ancora di più le prospettive che oggi la Regione Abruzzo non ha avuto il coraggio di mettere nero su bianco, ma che appaiono del tutto evidenti leggendo la documentazione: un solo DEA di I livello in tutta la provincia, quello del capoluogo di Teramo, che perde ben 3 UOC e, di fatto, è impossibilitato a competere con il presidio aquilano per l’attribuzione delle funzioni di II livello tra 36 mesi, stando ai parametri già oggi fissati nel cronoprogramma. L’esatto contrario di quanto riportato dall’assessore Verí nel Consiglio Comunale straordinario del Comune di Teramo!

E ancora: “Andando poi ad analizzare quanto proposto sul resto della nostra provincia, per gli altri 3 presidi, la situazione si fa drammatica. Ci saremmo aspettati delle risposte decise alle due problematiche che interessano la nostra rete ospedaliera: rafforzamento del presidio di Sant’Omero, ospedale di confine, per arginare la drammaticità della mobilità passiva pagata sia in termini sanitari che economici, il quale invece sconta il declassamento di due UOC; e rafforzamento del Presidio di Giulianova, il quale meriterebbe maggiore attenzione in considerazione del fatto che tale territorio costiero per quasi la metà dell’anno vive un incremento, quasi raddoppio, della popolazione/utenza residente e villeggiante, e che invece continua ad essere dimenticato negli atti di programmazione sanitaria regionale e, anzi, rischia di perdere anche un servizio fondamentale come l’UTIC. Sul presidio sanitario di Atri era lecito aspettarsi la giusta riconoscenza dopo lo straordinario lavoro svolto nella fase drammatica dell’emergenza Covid19, ed invece siamo costretti a fare i conti con il declassamento da UOSD a semplice servizio, precisamente quella di Oculistica, diretta in questi mesi con eccellenti risultati sia qualitativi che quantitativi”.

Non saremo disposti a subire questa umiliazione, che vorrebbe trasformare in modo peggiorativo dei servizi di eccellenza del nostro territorio, retti con umanità e professionalità da uomini e donne del servizio sanitario. Non saremo disposti a mettere a repentaglio quel diritto alla salute, costituzionalmente garantito e puntualmente tagliato, per una provincia che meriterebbe ben altre attenzioni. Daremo battaglia e alla fine vedremo chi davvero ha a cuore i teramani e la loro salute” conclude il Vicecapogruppo del PD, Dino Pepe.

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