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Teramo

Teramo, ecco come cambia la stazione ferroviaria

Sayonara Tortoreto

Tredici stazioni ferroviarie saranno riqualificate e ammodernate per un investimento di 177 milionidi euro.

Così in un nuovo accordo quadro appena pubblicato da RFI, suddiviso in 3 lotti della durata di 1.095 giorni naturali consecutivi, corrispondenti a 3 anni. Il primo lotto del valore di circa 76 milioni, il secondo di circa 59 milioni e il terzo di circa 42 milioni di euro.

 

Le stazioni interessate sono quelle della linea L2 di Napoli (in particolare Cavour, Amedeo, Mergellina e Montesanto) e, sempre in Campania, le stazioni di Scafati e di Sarno, la stazione di Teramo (Abruzzo)*, Busalla, La Spezia, Genova Pegli (Liguria), Piacenza e Ferrara (Emilia-Romagna), Pontassieve (Toscana).

 

Le attività previste miglioreranno l’accessibilità delle stazioni e favoriranno l’intermodalità. Saranno allungati e innalzati i marciapiedi per facilitare l’accesso e la discesa dai treni, migliorata la segnaletica fissa di stazione, riqualificati i sottopassi pedonali e ampliate le pensiline, ammodernate le discenderie, i sovrappassi e le banchine con una caratterizzazione architettonica di standard elevato, migliorata la sicurezza (security) di stazione con elevati livelli di illuminazione di tutti gli spazi, inseriti nuovi tornelli e incrementato il sistema di video sorveglianza.

La gara rimane aperta fino al 27/11/2023

Stazione Teramo. I principali interventi previsti nel progetto di riqualificazione della stazione di Teramo riguardano il riassetto del piano del ferro con l’arretramento del fascio binari e la revisione del Piano Regolatore Generale di stazione, nuovi marciapiedi, nuove pensiline, l’accesso su entrambi i fronti urbani della stazione, il restyling del fabbricato viaggiatori esistente, con interventi di miglioramento sismico, ed una rifunzionalizzazione complessiva delle aree esterne. La nuova configurazione della stazione permette, infatti, di realizzare una nuova piazza di ricucitura del tessuto urbano con riorganizzazione e ridistribuzione dei servizi e dei percorsi di accessibilità pedonale, ciclabile e veicolare, migliorando le condizioni di vivibilità, sicurezza ed integrazione modale e incentivando gli spostamenti sul territorio con mezzi pubblici e di mobilità attiva, anche in chiave di sostenibilità ambientale.

 

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