Emergenza abitativa, a Teramo chiesto il blocco degli sfratti
Presidio della Casa del Popolo sotto la prefettura
“Ancora una volta, è stata la forza della collettività a spingere le istituzioni a muoversi ed aprire gli occhi sui problemi reali della gente. Ieri, dopo essere stati sotto al Comune due settimane fa, abbiamo deciso di presidiare la Prefettura di Teramo, portando al centro dell’attenzione le vite e le storie di chi affronta ogni giorno il rischio di sfratto”.
A dirlo la Casa del Popolo che ha organizzato ieri un presidio.
“Nonostante il freddo pungente e l’indifferenza della parte borghese della città, la nostra presenza ha dimostrato che la piazza può essere un luogo in cui le persone scoraggiate e isolate trovano una rete di solidarietà. Un luogo dove le istituzioni non possono più ignorare i problemi di chi è stato lasciato solo. Abbiamo preteso il blocco degli sfratti. Il Prefetto ha ascoltato e si è impegnato a muoversi a livello governativo per verificare la fattibilità di questa misura entro il 15 dicembre, così come il sindaco ha dichiarato la sua volontà di interessare Guido Castelli, Commissario Straordinario per la Ricostruzione, per individuare una soluzione normativa che possa fermare questa emergenza all’interno dei comuni del cratere. Abbiamo inoltre sollevato la necessità di calmierare gli affitti in una città dove i costi delle case schiacciano chi vive già in condizioni di precarietà. Su questo punto, l’assessora presente ha promesso di avviare un tavolo con le associazioni degli inquilini e dei proprietari degli immobili per affrontare il problema”.
E ancora: “Abbiamo denunciato con forza la gestione inadeguata del patrimonio abitativo pubblico: le case vuote e inutilizzate Ater, che potrebbero essere immediatamente destinate all’emergenza abitativa; gli appartamenti di Via Longo, per i quali il Comune ha assicurato che saranno destinati altri fondi, recuperati da alcuni contenziosi, per ristrutturazioni urgenti degli appartamenti vuoti. Infine, abbiamo richiesto un intervento immediato sul fronte del dormitorio pubblico dove sembrerebbe che la Caritas abbia già messo a disposizione un appartamento ma questa misura è del tutto insufficiente di fronte al numero crescente di persone che si trovano a dover dormire per strada. La giornata di ieri non è un traguardo, ma un punto di passaggio. È il risultato della nostra pressione, della nostra capacità di portare le istituzioni a confrontarsi con una realtà che non può più essere ignorata. Tuttavia, le aperture che abbiamo ottenuto devono trasformarsi in fatti concreti. Continueremo a monitorare gli sviluppi fino al prossimo appuntamento di dicembre, pronti e pronte a tornare in piazza se necessario”.