Ucraini a Pineto senza sovvenzioni: “È cambiato poco o nulla”
"I pagamenti procedono a rilento"
Pineto. “Ad oltre una settimana dall’impegno, diffuso a mezzo stampa da Arci Teramo, a riprendere immediatamente i pagamenti in favore dei cittadini ucraini, rifugiati di guerra, che abitano a Pineto nell’ambito del “Progetto Accoglienza Ucraini Pineto – Sarà Primavera” è cambiato poco o nulla”.
Lo dicono gli avvocati Luca Di Pietrantonio e Pietro Palozzo che si stanno occupando della vicenda.
“Invero, molti dei nostri assistiti riferiscono che i pagamenti dei contributi, peraltro limitati ad una sola delle cinque mensilità ad oggi dovute, stanno procedendo molto a rilento, tanto che in una settimana, da quando le erogazioni sono riprese, dei circa 400 aventi diritto, coloro che hanno ricevuto la mensilità che Arci ha riferito di voler corrispondere non siano più di 40. Peraltro, mentre fino a maggio 2024 Arci riusciva ad evadere 400 erogazioni di contributi in uno o al massimo due giorni, ora ne sta evadendo circa 8 – 10 al giorno”.
“E’ evidente – proseguono i due legali – come la situazione sia divenuta del tutto intollerabile, visto che, come da noi più volte rilevato, la stragrande maggioranza dei rifugiati ucraini che abitano a Pineto sono donne, minorenni, ed anziani, alcuni dei quali invalidi o affetti da disabilità, che continuano a non essere in grado di far fronte alle loro esigenze primarie ed insopprimibili, quali quelle di mangiare, provvedere alla propria igiene personale e alla pulizia dei propri alloggi. Ricordiamo, infatti, che questa comunità di circa 400 persone non riceve alcun sostegno economico da parte della delegazione del Comitato Provinciale Arci di Teramo, da oltre cinque mesi (ormai quasi sei) dal momento che l’ultimo contributo giornaliero per il vitto è stato loro erogato nel mese di maggio 2024, mentre l’ultimo contributo per le spese personali e le necessità igieniche è stato corrisposto nel mese di aprile 2024”.
“Peraltro, – incalzano gli avvocati Di Pietrantonio e Palozzo – ad oggi a fronte delle comunicazioni PEC da noi inoltrate a tutte le Autorità coinvolte a vario titolo nella vicenda, nessuna si è ancora pregiata di rispondere; circostanza che preoccupa notevolmente i nostri assistiti che continuano a non ricevere, neppure nostro tramite, le dovute informazioni e a vedere ancora violati i loro diritti di persone sottoposte a protezione temporanea.
Considerata la persistente difficoltà in cui versa questa comunità e non avendo ad oggi ricevuto alcuna rassicurazione, né delucidazione da parte degli Enti preposti sulla tempistica in cui le somme dovute saranno erogate non ci resta altra possibilità che tutelare i diritti dei nostri assistiti dinanzi alla competente Magistratura, anche per comprendere di chi sia la responsabilità di questa situazione a dir poco incresciosa”, concludono i due avvocati.
Da quanto abbiamo appreso la Protezione Civile Nazionale eroga ad Arci Nazionale e poi quest’ultima a quella provinciale di competenza (in questo caso Teramo). Non avendo ricevuto ancora riscontro alla nostra nota PEC non si è capito se è la Protezione Civile a non aver erogato i fondi all’Arci Nazionale oppure se è quest’ultima a non aver erogato i fondi necessari all’Arci provinciale. L’unica certezza che abbiamo è che i fondi da quasi 6 mesi non giungono ai destinatari finali ossia i rifugiati ucraini che a stento riescono a provvedere a sé stessi ed ai propri congiunti, spesso minori, anziani e persone affette da disabilità. Questa è purtroppo la triste realtà.