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Teramo

Venezuela al bivio: se vince ancora Maduro si prevede un nuovo esodo verso l’Abruzzo

Sayonara Tortoreto

L’appello parte dal Teramano dell’italo-venezuelana Gabriella Maria Moscardelli: “Il 28 luglio è la data della speranza per tutti i venezuelani sparsi nel mondo che vogliono ripristinare la democrazia e tornare a casa”.

“Questo per noi è il più importante voto della storia, quello per la libertà”. Se vince ancora Maduro ci sarà un altro grandissimo esodo migratorio degli italo- venezuelani, in Italia, e l’Abruzzo sarà una delle regioni di destino. Noi vogliamo ricostruire il nostro Paese”.

L’appello accorato ai propri connazionali a cambiare domenica prossima, giorno delle elezioni presidenziali, il destino del Venezuela che con le presidenze Chávez e Maduro è approdata in circa 25 anni in una crisi sociale, politica ed economica senza precedenti nella propria storia. Un appello di speranza che si leva dalla nostra Regione che ha il primato di “ritorni” degli italo-venezuelani e che ha accolto negli anni anche tanti venezuelani senza origini italiane. Una comunità di circa 2mila persone solo nel Teramano, circa 4/5mila in tutto l’Abruzzo che hanno lasciato il Paese Sudamericano che negli anni d’oro delle migrazioni ospitò i propri nonni e padri, e dove non si sono sentiti più sicuri con l’avvento dei regimi prima di Chavez e poi di Maduro.

Una terra accogliente come è la nostra, l’Abruzzo, dove hanno ritrovato le radici di quegli uomini e donne coraggiosi che partirono in cerca di lavoro e di fortuna, ma soprattutto dove hanno trovato ospitalità non senza difficoltà come il lavoro, la lingua, i pochi aiuti per il Paese sudamericano che non è considerato in guerra.

Queste elezioni possono rappresentare per noi una svolta storica dove la vittoria elettorale è combattuta tranne l’attuale presidente Maduro, che continua ad aggrapparsi al potere verso il terzo mandato consecutivo, e il suo oppositore Edmundo Gonؘzález Urrutia ,74 anni, intellettuale con una carriera di ambasciatore. Gonzalez Urrutia è stato scelto “come ripiego” da Maria Corina Machado, 57 anni, deputata dell’Assemblea Nazionale, alla guida del partito Vente Venezuela. La Machado, soprannominata “la donna di ferro”, doveva essere la candidata presidenziale a contrastare Maduro, che però è riuscito ad estrometterla in modo fraudolento attraverso la Corte Suprema con le accuse di irregolarità amministrative e di aver sostenuto le sanzioni statunitensi contro il Venezuela.

Nelle ultime settimane la campagna elettorale ha preso una piega non bella: aumento della repressione,
arresti arbitrari, trappole disseminate lungo il percorso della campagna elettorale dell’opposizione, oltre al fatto che è stata rifiutata la presenza degli osservatori europei e l’ingresso dei giornalisti stranieri.
I venezuelani hanno voglia, ma soprattutto necessità di cambiare, ma la repressione con la forza del regime madurista è in agguato. I sondaggi eseguiti da organizzazioni mondiali indipendenti danno la vittoria a Gonؘzález Urrutia con uno scarto del 30%, ma davanti a questa valanga umana di venezuelani a favore dell’opposizione Maduro ha avvertito pubblicamente che, in caso di sconfitta, ci sarà un bagno di sangue. Questa sua affermazione ha fatto sì che alcuni presidenti di altri paesi, tra cui Lula Da Silva e Gustavo Petro, presidenti del Brasile e della Colombia rispettivamente e la chiesa cattolica venezuelana, hanno manifestato pubblicamente sia a Maduro che a Edmundo Gonؘzález Urrutia insieme a Maria Corina Machado, di accettare pacificamente il risultato elettorale.

Dobbiamo prendere in considerazione che le maggiori istituzioni e autorità, in primis le forze armate, sono sotto il regime madurista e l’incertezza sul risultato elettorale è tanta. Una cosa è certa: se vince Maduro, si prevede un altro grande esodo migratorio soprattutto verso altri paesi del continente americano e di questo processo migratorio saranno anche protagonisti tanti italiani che ancora sono lì, moltissimi di loro abruzzesi,
che sceglieranno l’Italia come possibile destinazione di vita futura, in particolar modo l’Abruzzo.
Purtroppo non tutti gli italo venezuelani in Italia potranno votare perché per farlo è necessario recarsi al consolato di Roma, Napoli e Milano. Non c’è possibilità di votare da qui in Abruzzo e in molti non hanno le risorse per andare una prima volta a registrarsi negli elenchi elettorali e una seconda volta per andare a votare in una grande città e c’è addirittura chi è fuggito in Nord America e non può nemmeno farlo. Davanti a tanta imprevedibilità e buio, l’unica certezza è che il popolo ha perso la paura e la stragrande maggioranza della popolazione venezuelana avente diritto a votare ha un grande desiderio di cambiamento per ripristinare la democrazia con il conseguente ritorno a casa di milioni di venezuelani sparsi per tutto il mondo.

Gabriella Maria Moscardelli

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