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Teramo

Vera pelle-vero cuoio: in realtà era plastica. Sequestri anche nel Teramano

Sayonara Tortoreto

In un’operazione su scala nazionale denominata “Vera Pelle/Vero Cuoio (2023)”, il Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guardia di finanza ha sequestrato oltre 37.000 prodotti irregolari e segnalato 19 persone alle competenti Autorità giudiziarie e Camere di Commercio.

 

L’operazione, progettata per prevenire frodi nel settore conciario e garantire il rispetto delle disposizioni sull’uso dei termini “cuoio”, “pelle” e “pelliccia”, ha consentito di identificare fabbricanti e distributori di prodotti venduti illegalmente come vera pelle o cuoio, ma in realtà realizzati con materiali plastici, principalmente provenienti dalla Cina. Tra questi, letti, testate da letto, divani, sedie rivestite, cinture, borse, portafogli, giubbotti, guanti e rotoli di tessuto in PVC (polivinilcloruro) commercializzati come “ecopelle”.

L’analisi di rischio sottostante all’operazione, basata sui dati di importazione e vendita estrapolati dalla Dorsale Informatica del Corpo, ha permesso di individuare violazioni nelle province di Cuneo, Padova, Modena, Firenze, Prato, Roma, Teramo, Napoli, Bari e Catania, con Firenze, Napoli e Bari tra le aree colpite da frodi nell’esercizio del commercio.

Questa verifica delle importazioni è fondamentale per evitare l’ingresso in Italia di merci estere senza controllo, che permettono talvolta a operatori disonesti di commercializzare a prezzi elevati prodotti che sfruttano la notorietà qualitativa del Made in Italy, ma sono realizzati con materiali scadenti e a basso costo.

L’attività della Componente speciale e di quella territoriale della Guardia di finanza, sotto l’egida del Comando Generale del Corpo, supportata da UNIC – Concerie Italiane e dalla Stazione Sperimentale per l’Industria delle Pelli e delle Materie Concianti, ha portato al sequestro, oltre che dei 37.000 prodotti, anche di un opificio di 200 metri quadrati, di 4 quintali di pelle e di 765 metri lineari di materiali falsi e alla segnalazione alle sedi competenti della Direzione Provinciale del Lavoro e alle sedi territoriali di I.N.P.S. e I.N.A.I.L. di 5 lavoratori “in nero”, due dei quali appartenenti a nuclei familiari percettori del “Reddito di Cittadinanza”. Un’azione che rientra nella strategia istituzionale per prevenire e combattere la contraffazione, tutelare il Made in Italy e garantire la sicurezza dei consumatori.

I soggetti segnalati, attivi nel settore conciario da diversi anni, sono prevalentemente di origine italiana e di etnia sinica.

 

 

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